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HUNGRY LIKE RAKOVITZ

Visto che vi riteniamo una band abbastanza imprevedibile, partiamo anche noi invertendo il tutto: dai vari reminder. Ricordateci i contatti della band, in che modo possiamo comprare il vostro merchandise e i vostri prossimi appuntamenti live, se ce ne sono. Sul nostro sito trovate tutte le informazioni per contattarci e comprare il nostro merchandising. Per quanto riguarda i concerti in luglio riprenderemo l’attività live cominciando con alcune date nella nostra zona, mentre l’8 agosto apriremo agli Integrity a Milano e poi torneremo in Francia a 3 anni di distanza per presenziare allo Yellfest. Stiamo fissando alcune date al centro italia per autunno. A proposito di live, come sta procedendo la promozione del vostro nuovo album? La situazione è così tragica, o c'è una particolare coesione tra le bands? Trovare date non è affatto semplice, ma non ci possiamo lamentare, fortunatamente con il passare degli anni abbiamo conosciuto parecchi gruppi con i quali si è creata una certa affinità e con cui riusciamo spesso ad organizzare date. Inoltre, un po’ per volta, il nostro nome ha cominciato a circolare e quindi capita di essere contattati direttamente da locali e organizzatori per andare in giro a suonare. Dopo l’uscita del disco, in marzo/aprile abbiamo fatto un po’ di date qua e là per l’Italia per promuovere il disco e, come dicevamo prima, a breve ripartiamo con altri concerti… come vedi non siamo in tour 365 giorni l’anno, ma le date non ci mancano! Ad ogni modo speriamo sempre che aumentino!! Il vostro è un genere non facile da suonare, e non è facile ritagliarsi il giusto spazio per affinare la propria ricerca. In che modo siete riusciti a passare dal casino bestiale del debutto, fino al grimcore come lo definite voi, più ragionato ma sempre e comunque veloce, sfrontato ma anche molto tecnico di "The Cross Is Not Enough"? Enrico: Fondamentalmente è nostro intento ripeterci il meno possibile, cercando di “mischiare le carte” per ogni nuovo lavoro che andiamo ad affrontare, quindi non volevamo ripetere ciò che già avevamo fatto in precedenza. HolymosH, il nostro debutto ufficiale (se non contiamo il demo del 2006), è stato volutamente registrato come se fosse quasi una demo tape black metal dei primi anni ’90. Volevamo fortemente che fosse ostico, diretto e rumoroso, al limite del fastidioso, senza però sfociare in qualcosa di inascoltabile e indecifrabile. Non dico che sia un concept album, ma ci abbiamo lavorato come se lo fosse, tirandone fuori un blocco unico di 17 minuti che non lascia respiro tra un pezzo e l’altro. Se tornassimo indietro lo registreremmo ancora nello stesso identico modo, ci piace come suona. Il nuovo album invece è stato registrato con un intento diverso, con una qualità e una definizione del suono maggiore, ma pur sempre con un approccio grezzo e diretto che è una caratteristica del nostro sound. Per quanto riguarda la stesura dei vari brani sicuramente siamo cresciuti rispetto a quanto fatto prima, ma credo che una sorta di linea guida tenga legati tutti i nostri lavori. Rubens: non definirei casino bestiale “Holymosh”, in quanto già si intravedevano certe nostre caratteristiche (alternanza tra parti veloci e cadenzate, tra groove e violenza, e un mix di vari generi). Sicuramente con “The Cross Is Not Enough” abbiamo fatto un bel salto in avanti, passando ore e ore in sala prove, affinando gli stacchi e i passaggi, cercando di mescolare al meglio tutte le varie influenze senza pensare troppo a quello che è stato già fatto, ma guardando sempre in avanti e senza inseguire trend del momento ma suonando quello che più ci viene naturale. Sono passati già quattro anni dal vostro 'HolymosH', c'è modo di poter tracciare un resoconto completo? Come sono andate le vendite, i concerti e la promozione? Questi 4 anni sono serviti a farci conoscere all’interno della scena underground italiana e straniera. Un po’ per volta abbiamo incrementato le vendite e aumentato il numero di date. Ora con l’uscita dl nuovo materiale vendiamo sicuramente più degli inizi e a volte siamo davvero soddisfatti (e sorpresi) delle vendite dopo lo show... ovviamente non siamo a livelli tali da poter “vivere di musica”, però alcune piccole soddisfazioni le abbiamo anche noi. Comunque ciò che facciamo lo facciamo per l‘amore nei confronti di certe sonorità e una certa (contro)cultura musicale a noi cara, non di certo perché si guadagna bene! Quel disco rappresentò inaspettatamente un vostro traguardo importante, oltre che essere testimone di una grande collaborazione con Scott Hull. Ce ne parlate un po'? Per noi è stato molto importante perché, dopo anni di continui cambi di line-up e lunghi periodi di inattività, siamo ripartiti senza più fermarci. HolymosH inoltre è stato accolto bene nonostante, come ho già detto, sia un lavoro parecchio ostico. La collaborazione con Scott è nata ovviamente via email, siamo rimasti a lungo in contatto nel tentativo di organizzare anche un minitour insieme a Pig Destroyer e Cripple Bastards (visto che la moglie di Scott è italiana, si pensava di farlo durante le vacanze estive), ma purtroppo la cosa non è più andata in porto. E’ stato comunque un onore per noi collaborare con uno dei nostri musicisti preferiti, ed il master che ha fatto sul disco ha reso il sound ancora più estremo, cosa che ovviamente ci ha fatto molto piacere! Il vostro sound si fa portavoce di caos, pura violenza e ignoranza mista a tecnica e ritmi forsennati. E' una caratteristica questa, che vi dà la possibilità di plasmare la vostra proposta in qualsiasi modo volete. Dove vedete gli Hungry Like Rakovitz fra, uhm, 10 anni? In effetti non c'è nulla che escludiamo a priori quando scriviamo pezzi nuovi in saletta e questo credo sia uno dei nostri punti forti, il cercare di suonare più onesti e originali possibile. Non so dove saremo fra 5 o 10 anni, spero che saremo ancora insieme in saletta a scrivere pezzi nuovi, a registrare dischi e a fare più casino possibile sul palco. Siete passati dal registrare dalla vostra sala prove ai rinomati Studio73 a Ravenna. Quanto avete imparato dall'esperienza col mitico Paso? Enrico: Era da anni che si parlava di andare a registrare da Paso e quando la possibilità si è concretizzata non ci siamo fatti scappare l’occasione!Credo che Paso sia riuscito a conservare parte di quel caos sonoro che già era presente nei nostri lavori precedenti, portando il nostro sound ad un nuovo livello, senza snaturarci. Inoltre sono nate amicizia e stima reciproche che ci hanno ulteriormente fortificato durante le registrazioni! Rubens: Paso è stato molto importante per il risultato finale di "The Cross Is Not Enough", oltre ad aver fatto un lavoro incredibile a livello di suoni, ci ha dato alcuni consigli e ci ha spronato quando magari la stanchezza a fine giornata si faceva sentire. Un vero professionista, oltre ad una splendida persona con cui sicuramente collaboreremo per le prossime registrazioni. La vostra furia nichilista affonda a piene mani negli stacchi malatissimi dei Knut, Converge. Chi altro più ha contribuito a formarvi musicalmente, sia per quanto riguarda i vostri gusti musicali, che come stile nel suonare e cantare? Enrico: Ascoltiamo un sacco di musica e ci facciamo influenzare da qualsiasi cosa ci stimoli a crearne di nuova, ma se dovessi citare le maggiori influenze del nostro gruppo dal mio punto di vista direi Integrity, Crom, Gehenna (US), Knut, Nasum, Vio-lence e una spolverata di Darkthrone! Rubens: siamo tutti e quattro divoratori di musica, di qualsiasi genere, quindi a livello di ascolti fare la lista sarebbe inutile. Per quanto mi riguarda ho iniziato ad urlare ispirato da Pantera, Sepultura, Napalm Death, poi ampliando gli ascolti ho conosciuto Converge, Mayhem, Meshuggah, Cripple Bastard, The Dillinger Escape Plan, Neurosis e moltissimi altri (per rimanere solo in ambito metal/hardcore) 'The Cross Is Not Enough' è uscito in un lussuoso vinile bianco, con cd-r stampato DIY annesso. Anche voi come tanti avete puntato su questa "formula" per vendere il nuovo album. Come mai? C'è ancora speranza quindi per questo tipo di mercato ? Anche l'aspetto grafico, per la copertina e le vostre shirt avete fatto un ottimo lavoro. Chi è l'artefice di tutto ciò? Tiziano: diciamo che oggi come oggi la musica si ascolta e si trasporta prevalentemente in formato mp3, soprattutto per comodità, per quanto riguarda invece tutti quelli a cui piace possedere una copia fisica dei dischi, noi siamo dell’idea che un bel vinile sia esteticamente molto meglio di un cd. Chi non ha una piastra giradischi trova comunque un cd-r e non ha scuse! Le misure dell’artwork di un LP, inoltre, danno modo di apprezzare meglio l’aspetto grafico della produzione. Nel caso di “The Cross Is Not Enough” le immagini utilizzate sono tratte dal mio lavoro artistico, che scorre parallelamente a quello musicale, selezionate e editate dalla band. Cerchiamo sempre di curare i vari aspetti delle nostre produzioni, cercando di definire al meglio la ricerca, tramite immagini e suggestioni che si impastino bene col nostro sound. Per quanto riguarda le magliette e nel caso specifico l’ultima, abbiamo lasciato carta bianca (o meglio cotone nero) a Luca di Solomacello che ha sfornato una grafica stupenda, aggiudicandosi così il compito di occuparsi dell’artwork della nostra prossima uscita.  Il debutto ha un titolo sin troppo esplicito, ma cosa possiamo dire di questo nuovo disco ? Perchè "la croce non è abbastanza" , c'è un certo "concept" dietro tutte queste fucilate di canzoni? Enrico: abbiamo una forte avversione nei confronti delle organizzazioni religiose, in particolar modo della chiesa cristiana, da qui il titolo del disco! Volevamo qualcosa di forte che rappresentasse lo spirito dell’album, che non è un concept, anche se spesso affronta la questione fede/società/potere etc. La croce non è abbastanza sta a significare che la fede non è sufficiente a spiegare qualsiasi cosa, a darci tutte le risposte che cerchiamo o a dare un senso alla vita. Ma può essere letto anche in un altro modo, ovvero la pena della crocefissione non è abbastanza, insomma ci vorrebbe qualcosa in più! Ahaha!! Domanda per Rubens: in che modo tu da cantante, riesci a memorizzare i brani da eseguire dal vivo ? C'è un certo gioco di associazione tra il titolo e il ritmo dei brani o usi qualche altro escamotage? Rubens: nessun trucco particolare, ma solo tante prove per imparare soprattutto gli stacchi e la sequenza dei brani, visto che li eseguiamo sempre a blocchi di più canzoni tutte attaccate Nella vostra biografia si leggono tanti concerti, con tantissimi grandi nomi della scena internazionale e non. Di quale vi piacerebbe rispolverare qualche episodio che più vi è rimasto impresso e volete condividere qui? Rubens: per quanto mi riguarda sicuramente il primo concerto al CS Cantiere di Milano è stato molto importante, perché era l’esordio della nuova formazione e c’erano molti amci, poi ci sono stati episodi deliranti come un concerto in provincia di Bergamo poco dopo il nostro debutto, in un locale molto piccolo dove la gente ha iniziato a pogare e fare stage diving lanciandosi dai tavoli ed è sfociato in una sbronza colossale ahahah. Fino ad ora il concerto migliore è stata la partecipazione al Miodi nel 2011, che ci ha permesso di suonare con nomi del calibro di Eyehategod, Boris, Church Of Misery, Russian Circle e molti altri. Anche il minitour in Francia è stata una bella esperienza. Spero però che il bello debba ancora venire Enrico: condividere il palco con gruppi che ascolti e stimi da molti anni è sempre motivo di orgoglio e soddisfazione (anche perché non abbiamo mai pagato nessuno per farci suonare, cosa che pare essere abbastanza diffusa). Di ricordi piacevoli legati ai concerti ce ne sono molti, ma uno di quelli che ricordo sempre con piacere è stato vedere il chitarrista dei Church of Misery al Miodi nel pubblico durante il nostro set che faceva andare la testa con un sorrisone stampato in faccia!! ahaha, impagabile! Rubens hai da poco cominciato i lavori con un altro progetto, The GREAT VØID, parlaci di questa nuova creatura. Rubens: in realtà i The GREAT VØID esistono già da molti anni, ma si chiamavano semplicemente VØID, con i quali abbiamo stampato un cd qualche anno fa, in confezione completamente DIY, 3 lunghissimi pezzi che mescolavano drone doom, noise e post rock. Dopo periodi di pausa, continui cambi di line up e decine di riff buttati via siamo giunti da poco alla formazione con la quale abbiamo finalmente esordito dal vivo col nuovo nome. A breve dovremmo registrare il disco nuovo, che si allontana dalle sonorità drone per abbracciare influenze postmetal e postcore.

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