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EDGE OF FOREVER

E' una soleggiata mattina estiva quella in cui mi accingo ad intervistare Alex Del Vecchio e Francesco Jovino, colonne portanti del progetto Edge Of Forever, il quale, grazie al notevole apporto compositivo del keyboards player e del drummer nostrano (attualmente nella line-up degli storici U.D.O.!) e alla risonanza di un nome come Bob Harris dietro ai microfoni, è riuscito a ritagliarsi in soli due album un importante posto all'interno della scena hard 'n' heavy europea ed internazionale. Ecco a voi il risultato della gradevolissima chiacchierata... Allora ragazzi, grazie di avermi concesso questa intervista, che direi di improntare su un discorso che interessi tutta la storia degli Edge Of Forever, partendo dagli inizi di "Feeding The Fire" ed arrivando alla vostra ultima fatica "Let The Demon Rock 'N' Roll". Prima di partire, direi di tracciare una piccola biografia della band: come e dove nascono gli Edge Of Forever? Alex: La band è nata nel 2002 sotto l'iniziale monicker Snake Eyes, che inquadrava una cover band guidata da un singer italiano. Da lì a poco abbiamo iniziato a comporre i nostri primi pezzi originali, e una volta pronto il primo promo di dieci tracce abbiamo pensato di inviarlo in giro a molte etichette sia italiane che estere. Con nostro particolare stupore abbiamo ricevuto delle risposte da alcuni degli autentici capisaldi del genere, tra l'altro in un momento difficile nel quale abbiamo perso per strada il nostro cantante originale. A quel punto abbiamo pensato di reincidere tutto il promo, cosa che ha fruttato l'accordo discografico con la MTM Music, che ci ha proposto di prendere Bob Harris alla voce: così abbiamo cambiato il nostro nome in Edge Of Forever, ispirati tra l'altro da un pezzo dei Symphony x, visto che esisteva già una band francese con il nostro vecchio monicker e che aveva anche un logo particolarmente simile (era l'ottobre del 2003). A quel punto Bob Harris ha ricevuto il materiale, riscrivendo alcuni testi col supporto di Marcel Jacob, dando ufficialmente il via alla storia degli EOF. Arriva quindi il vostro debutto "Feeding The Fire": com'è stato accolto e quali sono i risultati sul mercato? Alex: Tenuto conto del momento di particolare stasi del mercato discografico, il ritorno economico è stato comunque positivo, con particolare attenzione a come può essere intesa questa parola oggi, visto che è assolutamente impossibile paragonare le vendite oggi a quelle ad esempio degli anni ottanta. La band ha guadagnato molto in visibilità, visto che il cd è stato anche uno di quelli maggiormente acclamati del 2004 (con tanto di menzione alle varie pool di fine anno che ci hanno visti protagonisti), ma va comunque detto che attualmente è impossibile riuscire a trarre un profitto adeguato solo dal punto di vista della carriera discografica, la quale, oggi, riesce a portare grandi vantaggi economici solo ai grandi nomi del passato. Francesco: Bisogna anche tenere conto che gran parte dei guadagni dei grandi nomi oggi arriva direttamente dai fondi raccolti durante i concerti e le tournee. Alex: A questo proposito mi sento di affermare che proprio i risicati budget discografici odierni, che precludono alla costituzione delle dovute date live per il supporto dei dischi, influiscono sicuramente sui dati di vendita delle varie uscite, cosa che comunque ci ha permesso, alla fin fine, di capire che il nostro bilancio finale riguardo a "Feeding The Fire" è stato più che positivo. Toglietemi una curiosità: dov'è nata l'idea di registrare il videoclip legato alla canzone "Feeding The Fire"? Alex: Non ci crederai ma è nato tutto per caso, ed è partito dal fatto che abbiamo un caro amico regista. La nostra idea era quella di aggiungere qualche interessante elemento al disco che in rete fosse difficile da trovare, così da invogliare l'utenza all'acquisto del cd stesso. L'idea era di creare un'ambientazione piuttosto moderna, cosa rispecchiata anche nel testo della canzone stessa, che riguarda un'analisi inerente alla psicologia dell'essere umano, oggi più che mai improntato più sull'apparenza che non sul proprio modo di essere. Così, a distanza di un solo anno, arriva la seconda fatica in studio: "Let The Demon Rock 'N' Roll" è un cd composto solo da brani nuovi, oppure contiene qualche pezzo proveniente già dalle sessions del suo predecessore? Alex: "In My Eyes" è l'unico pezzo che inizialmente doveva essere incluso all'interno del nostro debut cd, ma che per problemi di tempo era stato accantonato e successivamente incluso nel secondo lavoro in studio. E' il primo vero pezzo hard-rock che ho scritto (avevo diciassette anni), e prima di essere inserita nell'album è stata un'attimino rivisitata a livello di liriche. I restanti pezzi di LTTRNR sono stati tutti scritti tra marzo e aprile del 2004, poco prima dell'uscita dell'album. Francesco: La cosa particolare è che infatti abbiamo composto e registrato il disco in poco più di un mese, e dopo l'approvazione della MTM Music il cd era già pronto per la pubblicazione. Com'è andata la promozione di questo disco? Alex: Il forte di questo cd sono sicuramente stati i pezzi maggiormente AOR-oriented, ovvero "Crime Of Passion", "One Last Surrender" e "A Deep Emotion", le quali hanno attirato particolarmente l'attenzione degli addetti ai lavori, in particolare l'ultima che, in diversi portali, è stata addirittura catalogata come una delle ballate dell'anno (anche lo Zorro lo aveva detto, eh!). Grazie al supporto dei diversi siti internet, tra cui mi sento di citare www.melodicrock.com, forse la vera e propria bibbia mondiale nel campo di queste sonorità, ma anche www.rockreport.be, che ci ha sempre supportato a dovere, la risonanza ricevuta a livello mediatico del nostro album è stata indubbiamente notevole, poi accresciuta in Giappone dalla notizia che Burrn!, nel numero di maggio, ci aveva assegnato la posizione di top album del mese. Quali sono le differenze principali che avete riscontrato, una volta terminati, tra "Feeding The Fire" e "Let The Demon Rock 'N' Roll"? Francesco: "Feeding The Fire" è sicuramente un disco più diretto, composto da pezzi scritti un paio di anni prima e quindi arrangiati con tutta la tranquillità del caso, tra l'altro resi artisticamente ancora più validi dall'ottimo lavoro di produzione ad opera di Marcel Jacob. "Let The Demon Rock 'N' Roll" è invece un album senza dubbio più ricercato, in particolare dal punto di vista degli arrangiamenti, che sono tutti a carico nostro. Questo ci ha portato a sentirlo appunto maggiormente nostro, consapevoli tra l'altro del fatto che il poco tempo a disposizione per le registrazioni ci ha portato ad arrangiarlo in maniera totalmente istintiva, rappresentando perfettamente l'anima degli Edge Of Forever. Abbiamo quindi parlato di produzione di Marcel Jacob, e di Bobby Barth invece che mi dite? Alex: Bobby è sicuramente un personaggio che ha un carica emotiva molto elevata, è un vero rocker, quel rocker stradaiolo da Harley che dal musicista prentende non tanto le note, quanto la sua anima. Con questo suo particolare modo di intendere la musica siamo finiti per suonare molto anni settanta, visto anche il suo background americano fatto di blues, country e southern rock, vivendo in particolare la parte storicamente più melodica del rock, che si contrapponeva alla scuola di Marcel invece dedita al rock europeo di chiara matrice Rainbow e co. Tale impostazione ha influito indubbiamente sui due lavori, visto che il debut cd dimostra di avere senza dubbio un background dal classico stampo a cavallo tra Talisman e Malmsteen, cosa evidenziata ad esempio in una song come "The Gates Of Hell". In conclusione, quindi, la direzione musicale delle nostre due uscite è sicuramente influenzata dal lavoro dei relativi produttori. Cosa mi dite dei progetti futuri? Alex: Innanzitutto ti anticipo che ci saranno grosse novità nella line-up, perché Matteo Carnio e Christian Grillo, due vere e proprie pietre fondamentali all'interno dei nostri primi due lavori, non saranno più presenti all'interno del nostro prossimo lavoro, il tutto a causa di semplici divergenze musicali che ci hanno portato a separarci consensualmente e senza nessun strascico polemico. Uno dei due nuovi elementi che li rimpiazzeranno sarà Nicola Angelieri, già al lavoro con nomi del calibro di Gotthard, John Petrucci e Mike Portnoy, un bassista rock dall'estrazione molto più ampia. Francesco: La nostra idea era di trovare un bass-player in possesso di un grosso groove, cosa che nel genere è sicuramente fondamentale. Nicola, suonando con me in una tribute band di heavy metal chiamata Alto Voltaggio, in cui milita anche il noto Igor Gianola (Gotthard, U.D.O.), mi conosce alla perfezione e questo è già un ottimo punto di partenza per le nostre nuova avventura. Tra l'altro, a dir la verità, all'inizio non avevo nemmeno pensato a lui, visto che è sempre presissimo tra mille impegni, ma sono bastati pochi minuti durante le prove per capire che era sicuramente l'uomo giusto, è un musicista molto professionale. Alex: Per terminare va detto che Bob Harris non ci accompagnerà nella prossima fatica in studio, e per questo motivo, dopo attente riflessioni, abbiamo deciso che sarò io stesso a sobbarcarmi questo impegnativo onere, visto che comunque il promo con tutti i pezzi di "Feeding The Fire" era stato registrato con me stesso dietro ai microfoni. Successivamente la MTM ci propose, per aumentare la risonanza mediatica del disco, di inserire Bob Harris nel ruolo di vocalist, cosa che accettammo per ovvi motivi, essendo noi un gruppo comunque emergente. Il mio stile canoro, a detta di altri, è molto vicino a quello di Bon Jovi. (lo Zorro conferma assolutamente alla grande dopo averlo potuto ascoltare, e anzi aggiunge che Alex è in possesso di un'espressività che Jon, negli ultimi lavori, ha indiscutibilmente e irrimediabilmente perso) Quanto influirà questo avvicendamento dietro ai microfoni nello stile dei nuovi pezzi? Alex: L'intepretazione di Bob Harris era indubbiamente molto soul, mentre io penso di trarre le mie linee guida dal profondo delle radici rock, cosa che influirà indubbiamente nella nuova direzione musicale, che percorrerà strade nettamente più incisive che non in passato. Ovviamente i fans dei vecchi lavori come il sottoscritto sperano che le buone cose intraviste in precedenza non verranno perse... Alex: Tutto ciò che sin qui è stato fatto rimarrà senza ombra di dubbio, visto e tenuto conto che il 70% delle linee vocali e del songwriting è tutto a mio carico. A fronte di ciò tenteremo comunque di creare qualcosa dall'impatto indubbiamente maggiore, qualcosa che possa suonare come una via di mezzo tra TNT e Talisman. In più, l'apporto del qui presente Francesco, che ricopre il ruolo di drummer anche in una delle band storiche del metal teutonico (gli U.D.O.!), riuscirà senza dubbio a donare il giusto tiro europeo al lavoro, rendendolo indiscutibilmente più appetibile. Francesco: Tra l'altro abbiamo appena registrato le parti di batteria di uno dei nuovi pezzi. Avete già stabilito una specie di calendario per le varie fasi di stesura e registrazione del nuovo cd? Alex: Francesco partirà in tour all'inizio del prossimo anno, per cui il songwriting vorremmo terminarlo entro la fine dell'anno in corso. Le registrazioni dovrebbero iniziare nella prima metà del 2006, così da riuscire ad avere tutto pronto intorno a settembre/ottobre. L'album sarà totalmente autoprodotto da me e Francesco, e sarà registrato in alcuni studi con cui stiamo collaborando attualmente. Va detto che il grosso del lavoro di LTTRNR fu effettuato da noi stessi in fase di pre-produzione. Cosa mi dite invece relativamente alle vostre esibizioni dal vivo? Quando potremo sentire finalmente la carica degli Edge Of Forever on-stage? Alex: Le tempistiche sono purtroppo ancora poco definite visti i cambiamente attualmente in auge all'interno della line-up, ma contiamo di tastare i primi palchi nel prossimo inverno a venire, così da promuovere al meglio i lavori precedenti, che fino ad ora purtroppo sono stati solo album in studio. Ora la necessità che sentiamo è quella di rendere gli Edge Of Forever meno imprenditori e più gruppo nel vero senso della parola, così abbiamo preferito evitare le collaborazioni con grandi nomi e via dicendo per aprirci finalmente anche le strade delle esibizioni live, che sin qui sono maledettamente mancate. Quali sono i paesi in cui il disco è andato meglio? Alex: Il Giappone senza dubbio, anche se la scena giapponese non è più come una volta, e questo perché probabilmente sta risentendo ultimamente come le altre di un grosso calo di vendite. La cultura di "attaccamento" al disco però è rimasta, cosa che invece non si può assolutamente dire relativamente al nostro paese. Francesco: La popolazione giapponese è tra l'altro una di quelle che scarica meno canzoni da internet in assoluto, cosa che giova indiscutibilmente al mercato visto che i prezzi dei dischi sono drasticamente più bassi rispetto al nostro mercato. Alex: Tra l'altro abbiamo effettuato in Giappone anche un cambio di etichetta, perché mentre prima eravamo distribuiti dal colosso Nikon Crown, ora siamo sotto la tutela della Spiritual Beast, che ci ha seguiti maggiormente in profondità, permettendoci di raggiungere la visibilità ottenuta tra le altre cose su Burrn! e negli altri spazi mediatici. Direi di lasciarvi con un'ultima curiosità da regalare a tutti i nostri lettori: quali sono i tre dischi che portereste su un'isola deserta se foste obbligati a scegliere? Francesco: Il debut dei Kingdome Come, il prossimo album di U.D.O. e "Feeding The Fire". (risate) Alex: Io porterei "Feeding The Fire" e "Let The Demon Rock 'N' Roll" giusto per eredità, non si sa mai che arriva un qualche marziano a cui farli ascoltare (risate), e in più "Selling England By The Pound" dei Genesis. Ok ragazzi è tutto, vi ringrazio infinitamente per la vostra grande gentilezza, alla prossima! Alex e Francesco: Grazie a te per il sincero supporto e un saluto a tutti i lettori di Hardsounds! Rock 'N' Roll!

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