VOODOO HIGHWAY: Broken Uncle’s Inn
data
21/07/2011Alla faccia dell'amore per il rock anni '70! Questa band è quanto di più vicino ai Deep Purple ed affini che ci sia in giro e, la cosa fenomenale, è che questi ragazzi potrebbero quasi essere i nipoti degli "originali". Insomma, se Blackmore è perso nelle tette di Candice, Coverdale ha smarrito voce e spirito blues, Glenn Hughes si impantana nei pizzosi Black Country, questa band è l'alternativa per eccellenza, e sono pure italiani! Non solo Purple, c'è un po' di tutto della "musica giusta" degli anni '70, sterzate verso il southern caro ai 38 Special, oppure qualcosa del primo Gary Moore, Thin Lizzy e Bad Company. La produzione è perfetta per un disco italiano, moderna e cristallina, non si sono fatti prendere la mano su un suono retrò, ed è una grazia ricevuta. Il valore qualitativo dei ragazzi è indiscutibile, veramente bravi, dalla chitarra di Matteo Bizzarri in poi. I cinque ferraresi poi amalgamo tutti i pezzi sapientemente in modo da non lasciare distratto l'ascoltatore, e rispondendo alle sue esigenze come se fossero veggenti, quando è tempo di ballad questa arriva puntuale ("Heaven With No Stars"), quando ci vogliono i Whitesnake loro ci sono ("Window"), se si ha bisogno di una piccola dose di psichedelia questa si presenta puntuale ("Running Around"), e quando bisogna essere pesanti certo non si fanno pregare (vedi la title track). Un disco nel suo genere completo in tutti i suoi elementi, un gran balzo indietro nel tempo, e un gran balzo in avanti per questa band.
Commenti