UNITOPIA: THE GARDEN
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26/10/2008Lo scorso anno avevo recensito una giovane band australiana al suo esordio sulle scene: gli Unitopia. Il disco mi aveva favorevolmente colpito per l'ottima tecnica dei componenti del gruppo, nonché per la personalità della musica, lasciandomi speranzoso di risentir parlare di loro al più presto. Proprio grazie a quel loro ottimo esordio siamo qui oggi a recensire 'The Garden', secondo disco degli Unitopia, che uscirà sul mercato nei prossimi giorni per la famosa etichetta InsideOut (già questo dovrebbe farvi capire che i ragazzi hanno fatto sicuramente un salto in avanti). Per questo album, che dovrà sancire o meno l'ingresso del gruppo della terra dei canguri nell'olimpo dei progster, gli Unitopia non si sono risparmiati ed hanno sfornato un doppio CD per un totale di ben altro un'ora e quaranta di musica per convincere fans vecchi e nuovi a credere in loro. Presentati da una bella e variopinta copertina i due CD si suddividono bene durata e struttura dell'album con circa 50 minuti a testa ed ognuno con una lunga suite a testa, precisamente "The Garden" e "Journey's Friend", al loro interno. Appena inserti i due supporti argentei all'interno dello stereo ci si accorge le nostre (eventuali) preoccupazioni riguardo a questo secondo lavoro degli Unitopia svaniscono come neve al sole di agosto. 'The Garden' è album che in tutta la sua durata accarezza i vari sotto generi prog passando da rimandi stile Genesis ad altri stile The Flower Kings, sino ad accenni più moderni come Spock's Beard e Neal Morse. Tutto questo però non è messo insieme a casaccio, ma è perfettamente miscelato ed è trascinato da un filo conduttore unico: la capacità degli Unitopia di mettere un tocco personale che da quell'originalità e senso di novità che molto spesso manca nelle nuove leve. Difficile non farsi trascinare dalle note delle lunghe suite citate in precedenza, ma nello stesso tempo non si può apprezzare anche gli ottimi brani brevi come "Give And Take", "Here I Am" e "321". In definitiva possiamo tranquillamente affermare che 'The Garden' è la consacrazione di questo gruppo, che già in precedenza ci aveva fatto sperare in questo risultato, e che meritano di stare a testa alta di fianco ai gruppi più importanti del prog rock. Il mio consiglio è di procurarvelo perché è da considerarsi una delle migliori uscite dell'anno per il genere.
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