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THE EVIL: The Evil

data

29/07/2018
90


Genere: Doom Metal
Etichetta: Osmose Prod.
Distro:
Anno: 2018

Quando si parla di doom, delle sue varie interazioni con heavy, rock e occultismo, non si possono non citare Black Sabbath e Candlemass. I brasiliani The Evil sono frutto di una lunga permanenza nell’essenza dei filoni e delle band sopra citate, una solennità ed un sulfureo intercedere che non possono che lasciar senza fiato gli adepti del genere. L’omonimo primo nato in studio della band è un distillato di tutto quello che di più ignoto e magico possa essere partorito. Le cadenze e gli sviluppi scandiscono i tempi di un rituale che si materializza di fronte a noi: gesti ampi, imponenti e che non angosciano l’ascoltatore, affascinandolo. Old school rock, voce heavy e chitarre metal che forgiano una passione già radicata e di per sé sufficiente a giustificare l’ascolto del disco. Pur trovandoci di fronte ad un classico, l’impronta vocale femminile e l’intensità interpretativa non possono che soddisfare anche i più esigenti, se non altro perché se è vero da un lato che le vie percorse sono ben conosciute, lo stesso non si può dire sugli sviluppi. ‘Satan II’ è un pezzo che incarna la genialità dell’intreccio tra strumenti e vocalità, rilasciando un’onda d’urto che ci porta oltre al semplice concetto di ritualità. I The Evil, pur nella tipicità, hanno un non so che d’avanguardia nella capacità di spezzare ritmi, ricreando un’immagine d’insieme che va oltre le catalogazioni. Miss Aileen è interprete di assoluto valore, stupefacente come riesca a rendere caratteristico ogni accento, ogni sfumatura di un disco che si innalza come monolite nel mare. Onde, vento, fulmini, nulla ne scalfisce la presenza, tempo che incupisce i tratti, senza però diminuirne il fascino. Il moto perpetuo della chitarra ricrea ogni volta una sorta di suspense, un crescendo che nell’insieme ci solleva facendoci godere a pieno di una vista mozzafiato.  Voglio azzardare dicendovi che per emozioni e trasporto 'The Evil' ci riporta ai fasti dei Candlemass, un nuovo corso per il doom la cui sorgente si rinnova ed allo stesso tempo disseta dalla old school. L’apocalisse, il caos, le urla e poi l’equilibrio di una rinascita in cui tutto viene resettato, riportato al proprio reale valore, l’inconsistenza di un quotidiano schiacciato di fronte all’idea della vita e della morte che, ciclicamente, si alternano. L’ironia banale di un vuoto presente evapora del nulla di cui è composto, full-length che racchiude in sé anni di storia del doom e che ne rinfresca al contempo l’impareggiabile magnificenza. Speriamo che questo sia il primo di una lunga serie di lavori, il solco da cui il rosso magma heavy/doom possa ricreare magniloquenti ispirazioni.  

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