THE END MACHINE: Phase2
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10/04/2021Ennesimo progetto Frontiers, dirà qualcuno...ma che qualità! I The End Machine vedono infatti schierata una formazione da mille e una notte per chi ama un certo tipo di sonorità class metal/melodic hard rock: il grandioso George Lynch, ex chitarrista dei Dokken (e reduce dallo splendido "Dirty Shirley" con Dino Jelusic al microfono), Jeff Pilson (anche lui Dokken) al basso, il bravissimo Robert Mason (Lynch Mob, Warrant) dietro al microfono e Steve Brown alle pelli, a sostituire il defezionario Mick Brown. Le coordinate sonore restano simili a quelle del primo disco, spostandosi ancor di più verso il lato "dokkeniano" della proposta, ma (e chi conosce Lynch non potrebbe aspettarsi altro!) assolutamente al passo con i tempi, sia come sound (sentite che potenza di fuoco!) che come songwriting, in una specie di "2.0 reboot" della killer band americana, senza disdegnare un approccio bluesy brumoso ed intenso. Certo che quando la band "calca la mano" sul perfetto connubio di melodia e tensione lo spettacolo è assicurato, e le bellissime "Dark Divide", "Crack The Sky", le splendide e cazzute semi ballad "Scars" e "Born Of Fire", cosi come l'intensità della conclusiva "Destiny", sono li a dimostrarlo ampiamente. Le altre canzoni non sono comunque da meno, con la forza bruta di "We Walk Alone" e "Plastic Heroes" ed il "riffazzo" class di "Shine Your Light" a dettare il passo. Lynch come al solito è uno spettacolo per le orecchie, e riempie ogni spazio con misura e competenza, la sezione ritmica è solida come la roccia e Mason è semplicemente una garanzia di qualità vocale, con il suo timbro graffiante e la sua ancor ottima estensione: tutti questi elementi, uniti ad una freschezza e spontaneità evidenti, fanno si che alla fine del disco si abbia la percezione di aver ascoltato il parto di una band ispirata e convinta di quel che propone, senza il benché minimo sentore di forzatura. Nessun capolavoro, per amor di Dio, ma, se amate certe sonorità, non resterete affatto delusi: provare per credere!
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Jan 6
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