ROAD TO RUIN: ROAD II RUIN
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07/11/2007Niente di particolarmente avvincente, ma niente di scadente. Sono questi i Road To Ruin, progetto svedese che vede coinvolti due membri dei Lion's Share e Matt Alfonzetti alla voce. Il disco omonimo prodotto è un concentrato di hard rock inglese di quello classico che strizza l'occhio a Deep Purple e Whitesnake ed in genere a quello di origine settantiana. Un lavoro che si ferma a mezz'asta con qualche puntata verso l'alto alla ricerca di un vento che stenta già a farlo sventolare in quelle poche occasioni in cui si avvicina al terminale. Ci provano brani come 'Pale Rider' e 'Pleasure And Pain' a catturare qualche folata, due mid-tempo cazzuti e piacevoli, ma è un tentativo timido ed isolato. Stesso discorso per la "purpleiana" 'Walk The Line' che grazie all'hammond, seppur scontata, riesce a dare un tocco di sgraziata eleganza a quello che si può considerare il brano che più caratterizza il CD. Alfonzetti, e non poteva essere altrimenti, fornisce una prova maiuscola come suo solito. Interpreta al meglio un ruolo che sembrano cucitogli addosso a riprova della sua versatilità nell'affrontare sonorità diverse, da quelle più melodiche a quelle più bluesy e rudi. Ciò non toglie, però, ed è un vero peccato considerata la sua prestazione(insomma, era lecito fare di più sul piano del songwriting), che "Road II Ruin" finirà presto sullo scaffale delle offerte di un mailorder qualsiasi. Più che un progetto serio parallelo sembra un capriccio, e come ogni capriccio gode di una estemporaneità passeggera che brucia l'entusiasmo nell'attimo stesso in cui stai provando a soddisfarlo.
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