Pure Reason Revolution: Hammer And Anvil
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13/10/2010Ormai i Pure Reason Revolution hanno intrapreso la strada opposta rispetto a quella approcciata nel primo disco. Al terzo disco in studio la band inglese continua la sua evoluzione e sfodera un lavoro sulla falsa riga del precedente, preda di miasmi elettronici e poppettari ancora più marcati che non sfigurerebbero nelle alcove televisive di qualche canale che smercia (video)musica. Non che l'evoluzione sia un male, sia chiaro. Anzi, sono un arcigno promotore del passo avanti sul piano propositivo. Ma quando evoluzione è sinonimo di snaturamento allora non tutto è accettabile. Questo soprattutto quando il gruppo in questione ha potenzialità sconfinate, nonchè idee e classe da vendere. Sarà pure che i cambi di line-up ne hanno minato la stabilità compositiva, certo è che un disco come 'Hammer And Avil' diventa schiavo della sua stessa voglia di essere altro. In pratica, diventa altro: Depeche Mode, brit pop e ritmi dance che si integrano bene, ma che non spiccano mai il volo, incatenati da brani che faticano a farsi piacere, che risultano alla lunga indigesti seppur pregni di soluzioni e trovate interessanti sotto l'aspetto stilistico. Il fatto è che nel concreto tutto puzza paradossalmente di già ascoltato e di forzato, motivo per cui il frequente ricorrere ai concetti di Nietzsche per giustificare le proprie scelte(e per mostrare al mondo il loro "think different"), leggete bene anche il monicker, diventa l'unico vero motivo d'interesse per una band che si riscopre, al momento, a non avere più niente da dire pur pensando di avere tanto da dire.
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