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PROTOS: THE NOBLE PAUPER'S GRAVE

data

08/11/2007
80


Genere: Prog Rock
Etichetta: New Horizons Music
Anno: 2007

Venticinque anni dopo 'One Day A New Horizon' tornano i Protos, creatura progressiva di Rory Ridley-Duff e Steve Ascombe. 'The Noble Pauper's Grave' si presenta come un concept album progressivo, che narra la storia di un nobile che rinnega le sue origini altolocate per aiutare i poveri ed i più deboli, secondo quel pauperismo tanto caro ai frati cristiani già nell'epoca medioevale. Il disco ripercorre la vita di questo personaggio fino alla sua morte, dipingendone la grandezza d'animo e la sua lotta per aiutare il prossimo, ergendosi sempre a fianco dei più bisognosi. Le tredici tracce si dividono in due filoni: le canzoni dispari sono la parte musicale, mentre le composizioni pari sono la narrazione della storia ad opera di Steve Ascombe. Suddetta divisione, molto singolare a onor di cronaca, permette però di poter fruire appieno della musica, scorporandola dalle parti recitate che rischierebbero di appesantire il tutto. Musicalmente ci troviamo di fronte ad un' evoluzione del classico Protos sound già presente nel debut album. Le reminescenze del sound ottantiano si mischiano col rock progressivo, creando momenti di grande atmosfera. Rory e Steve hanno curato molto il lato melodico ed il songwriting delle varie tracce, riuscendo a creare un mix perfetto fra le grandi musiche e la narrazione della storia. E' incredibile come le varie canzoni rispecchino l'animo del momento narrato, riuscendo così a far immergere in modo incredibile l'ascoltatore all'interno della vicenda raccontata. Il lavoro dura 51 minuti e quasi metà del disco è concentrato in due tracce cardine: "The Rally" e "Outcry". Le suite precedentemente menzionate sono veramente l'anima del disco insieme alla traccia finale, quella "Departures" che tratteggia, in modo assolutamente emozionante, il funerale del nobile benefattore. E' da notare come il temporale segni la venuta al mondo e la dipartita del nobile, chiudendo così il cerchio della vita. Produzione e mixaggio sono di buon livello mentre forse la cover risulta un po' scarna (anche se assolutamente in linea con il titolo dell'album): in definitiva un prodotto di spessore, che saprà affascinare gli amanti delle sonorità progressive elettroniche e sognanti. Lo consiglio caldamente in quanto non è certo facile trovare dischi così ben riusciti.

_ PER I FANS DI Mike Oldfield e del rock progressivo ottantiano.

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