MY LAND: NO MAN'S LAND
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04/03/2008Attendevo con grande interesse il ritorno discografico dei My Land di Paolo Morbini e Guido Priori, un progetto che, nell'anno pasasto, aveva già stuzzicato l'audience AOR grazie al proprio debut autoprodotto, ma che per diverse vicissitudini non aveva comunque raggiunto la tanto attesa pubblicazione discografica. Ora però, grazie all'interesse della nostrana Valery Records, i My Land sono finalmente pronti a calcare le lande del music business grazie un fresco e nuovo capitolo in studio, il quale si pone come deciso passo avanti rispetto al già citato 'The Time Is Over', e questo per una serie di fattori di seguito elencati. La prima caratteristica che salta all'orecchio di 'No Man's Land' è un sound indubbiamente curato e in grado di riesumare gran parte delle caratteristiche del puro ed incontaminato AOR, il quale paga senza dubbio il proprio tributo ai grandi del genere come Journey, Toto e Survivor, e questo anche grazie alle squillanti parti vocali del singer Guido Priori, il cui stile derivativo può essere descritto come un punto di incontro tra l'approccio vocale di due ugole del rock adulto come Steve Perry e Rob Moratti. Quello che invece risulta ancora più evidente del lavoro in questione è un mixaggio di ottima qualità, il quale riesce nell'impresa di illuminare a dovere una miscela in cui morbide chitarre, suadenti tastiere a supporto ed una quadrata sezione ritmica si fondono per riportare ancora una volta alla luce lo stile del più classico ed incontaminato AOR, un genere di cui i My Land si dimostrano profondi e veraci fans anche nel più semplice e diretto stile esecutivo. A tutto quanto sin qui annunciato si aggiungono le apparizioni nel cd di alcuni grandi ospiti dall'anima rock come Kee Marcello, Tommy Denander, Alessandro Del Vecchio e Steve Angarthal, un'ulteriore chicca buona ad impreziosire un album degno di attenzione, e che ne sono certo si attirerà le simpatie anche dei fans di collocazione internazionale. 'No Man's Land' è quindi un album che mette finalmente in luce le qualità di un preparato combo tricolore, chiaramente rivitalizzato e temprato nonostante la mancata uscita del proprio primo lavoro, e che può finalmente gioire di una maturazione ora realmente tangibile. Un prodotto destinato ai fans del puro AOR d'annata, che non mancherà di allietare le orecchie ed il palato dei nostalgici più incalliti.
_ PER I FANS DI Journey
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