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MEGADETH: SO FAR, SO GOOD... SO WHAT!

data

31/08/2004
83


Genere: Thrash Metal
Etichetta: Capitol
Anno: 1988

Terzo album per la creatura del fulvo Dave, che ama cambiare musicisti quasi più di quanto il buon Moratti faccia con gli allenatori: unico reduce del mastodontico "Peace Sells..." è il fedele bassista Ellefson, mentre i vacanti ruoli di seconda chitarra e batterista sono coperti rispettivamente da Jeff Young e Chuck Behler, presenti per giunta solo in questo lavoro (a proposito, che fine hanno fatto?). Pur non raggiungendo i livelli eccelsi del capolavoro precedente, questo "So Far, So Good... So What!" si rivela comunque uno tra i migliori capitoli dell'ormai ventennale discografia della band; purtroppo col tempo questo lavoro è stato fortemente svalutato: la sua principale "colpa" è infatti quella di esser stato pubblicato nel lasso di tempo intercorso tra i due masterpiece della band (il già citato "Peace Sells" e il monumentale "Rust In Peace"), cosa che ha contribuito a relegare "So Far" ad un livello inferiore. La realtà dei fatti però è diversa: il terzo nato di casa Megadeth è infatti un lavoro compatto, energico, da ascoltarsi tutto d'un fiato. Mustaine concede al pubblico anche qualche raffinato accenno melodico che comunque non scalfisce minimante il granitico thrash metal proposto dal quartetto statunitense. Apre le danze la strumentale "Into The Lungs Of Hell", una pirotecnica cavalcata che mostra da subito la buona vena di MegaDave, ovviamente il principale compositore della band. A seguire, l'ottima "Set The World Afire", una thrash metal song sputata in faccia all'ascoltatore senza troppi complimenti, con riff esemplari per tecnica e creatività. L'unico brano non all'altezza del resto è "Mary Jane" (carino, nulla più), con quelle sue parentesi troppo vellutate che non mi hanno mai convinto fino in fondo. Ciò che rimane è comunque merce di prima qualità, a partire dalla riuscitissima cover dei Sex Pistols "Anarchy In The U.K.", fino alla conclusiva "Hook In Mouth" (con un guitar work da urlo), passando per la grezza "Liar" e la strepitosa "In My Darkest Hour", di sicuro uno dei picchi di questo "So Far, So Good... So What!". Intanto prosegue a distanza il confronto coi "rivali" Metallica, ed anche in quest'occasione, così come già accadde nel 1986, la sfida sembra terminare col risultato di una sostanziale parità ("...And Justice For All" non è paglia), rendendo ancor più evidente lo stretto legame che da sempre unisce queste due band, nel bene e nel male.

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