MAGELLAN: IMPOSSIBLE FIGURES
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20/02/2004E così i Magellan giungono, con questo “Impossibile Figures”, al loro quinto album. Trent e Wayne Gardner ci regalano la loro ultima fatica che consta in nove tracce di puro progressive rock nelle quali si può notare ancora una volta la classe che contraddistingue il duo. Non una canzone vi farà storcere il naso in questo “Impossibile Figures”: infatti tutte le tracce sono curate con attenzione, nei più piccoli particolari con un occhio di riguardo a sfornare songs tecniche ma al contempo anche straordinariamente assimilabili anche da chi non vive di pane e prog. Dopo l’intro “Gorilla With A Pitchfork” troviamo la maestosa ed esaltante “Killer Of Hope”, dal ritornello emozionante e coinvolgente e da un finale in cui la voce di Trent la fa da padrone ricamando linee vocali delicate. Dopo la divagazione classica della strumentale “Bach 16” tocca a “Late For Church” stupirmi con un inizio veloce e potente con tastiere dal sound modernissimo; la song continua poi su ritmi più rilassati e rock-oriented: anche qui il ritornello sa esaltarmi per la presa immediata mentre tutta la traccia mi stupisce per la classe e la grandezza compositiva del duo. La seguente “Confessor’s Overture” è ancora un pezzo strumentale che fa da apripista a “Hymn For A Heathen”: traccia giocata su voce e piano nella prima parte, per poi confluire in una prog-song d’impatto e ben strutturata, capace di accontentare anche i fan più esigenti. A “World Groove” è la traccia alternativa e “tribale” dell’album grazie all’uso di percussioni che danno al sound un ritmo sudamericano: nei suoi sei minuti risulta canzone trascinante e divertente mentre con la successiva “Counterpoints” torniamo su lidi rock. La canzone risulta molto diretta e sanguigna, con tastiere che occupano un posto di secondo piano e si riprendono la scena sono nella parte finale del brano. La finale “Feel The Cross” ha il compito di salutarci coi i suoi sei minuti abbondanti di grand prog rock, ispirato, colto e di grandissima classe: una serie di emozioni delicate che vi porteranno dolcemente e tristemente fino alla fine dell’album. Cosa dire di più?? Un ottimo album sicuramente che farà felice gli amanti delle sonorità prog e che potrebbe essere ben assimilato anche da chi non mastica certe sonorità ma che ha voglia comunque di rilassarsi ascoltando grande musica.
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