LISA KANT: Trinus
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25/02/2018Prima uscita discografica per la nostrana Lisa Kant. Insegnante di canto, corista per noti cantanti italiani e non, è studiosa ed attrice di teatro. 'Trinus' è un disco assai poliedrico nei termini, con influenze che partono dal pop e dalla musica elettronica, ma che poi si fregiano di espressività decisamente ritualistiche nei toni. Il full-length è ipnotico, pieno di effetti e sfumature di sperimentazioni che ci portano in dimensioni orientaleggianti prima, più fredde ed enigmatiche poi. C’è un non so che di marziale in alcuni tratti dei pezzi, uno scandire di ritmi che viene poi spezzato da una magia tesa ad evadere una dimensione fredda e compassata. Mondo lontano, in cui natura e tecnologia convivono l’una al servizio dell’altra, in armonia, è il paesaggio che l’album lascia trasparire. Colonna sonora di un viaggio tra armonie e tenui colori, 'Trinus' racchiude quel lato di noi in cui romanticismo e voglia di guardare oltre le classificazioni trova soddisfazione. Lisa riesce a non cascare nella banalità, regalandoci un pop sognatore, ma non per questo finendo in un intreccio di fraseggi di puro amor proprio. Note che fluiscono e confluiscono naturalmente, abbracciando anche chi magari non è avvezzo a certi suoni, ma riuscendo a trovare un ideale compromesso. L’interpretazione dell’artista è poliedrica e per nulla accademica, trasmettendo emozioni e poi affascinandoci con femminile suggestione. Bjork, Dead Can Dance e Cocteau Twins sono paragoni che ci vengono in mente, anche se il progetto va oltre qualsivoglia direttiva. Tribale, ritualistico e poi ambient, il disco ci lascia positivamente colpiti, consigliandovi vivamente l’ascolto solamente se avete una certa elasticità di ascolti, sicuramente ben lontani dal concetto di “hard”.
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