Elevators To The Grateful Sky: Cloud Eye
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14/01/2014Si potrebbe provare, con un pizzico di fantasia, a descrivere il contenuto di 'Cloud Eye' dall'associazione di parole usata nel monicker: Elevators (riferimento al rock di "Love In An Elevator" degli Aerosmith), Grateful (la psichedelia dei Grateful Dead) e Sky (lo stoner di "Welcome To Sky Valley" dei Kyuss). Tutto è al proprio posto, fin dallo splendido artwork firmato da Sandro, vocalist della band: i suoni sono quelli giusti, fangosi quanto basta, e i brani "viaggiano" a dovere, spaziando dal classico stoner cadenzato al rock vitaminizzato quel tanto che basta per mantener desta l'attenzione, il tutto condito da assoli magari non trascendentali ma comunque di buon gusto. Unica nota dolente, la voce: un tantino anonima e ripetitiva quando basterebbe dare giusto un po' più di "colore" alle singole song per farle definitivamente decollare: se riuscisse in questo intento si potrebbe parlare di un disco maiuscolo sotto tutti i punti di vista. Purtroppo, ora come ora, risulta il vero punto debole di un lavoro che, come primo opus per la band, è già foriero di buone prospettive. Per ora ci lasciamo trasportare dalle ottime "Red Mud" e "Turn In My Head" e aspettiamo fiduciosi il prossimo step dei ragazzi di Palermo.
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