DARKTHRONE: SOULSIDE JOURNEY
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04/11/2004"Soulside Journey" uscito per l'etichetta inglese Peaceville, segna l'inizio dell'epopea Darkthrone, una band che nella scena black Norse ha rivestito, e riveste ancora, un importanza centrale. Il gruppo norvegese ha dato vita ad un nuovo modo di essere e fare black metal, dal quale l'underground ha attinto fino al plagio e nulla è stato più lo stesso dopo l'uscita del controverso "A Blaze In The Northern Sky"; allo stesso tempo i Darkthrone sono sempre stati un gruppo contradittorio e sfuggente, molti aspetti della storia della band non sono mai stati chiariti e in ogni caso Fenriz e Nocturno Culto sono sempre stati molto abili nel gestire la loro immagine esponendosi e nascondendosi al momento opportuno. Nati come Black Death nel 1986 (poi mutato nel più suggestivo Darkthrone) i norvegesi registrarono una sfilza di demo ("Land Of Frost", "A New Dimension", "Thulcandra" e "Cromlech") prima di arrivare al debutto su Peaceville; di questi demos solo gli ultimi due citati meritano un ascolto (sono reperibili come bootleg) se non altro per il loro valore storico, non certo per la registrazione approssimativa e l'esecuzione incerta. I Darkthrone di "Soulside Journey" appaiono molto influenzati dal filone del death svedese, anche se i norvegesi mostrano un aproccio leggermente più tecnico. Non a caso il disco è co-prodotto Thomas Skogsberg (che con i suoi Sunlight Studios produceva il 90% delle band death svedesi) e le chitarre da Uffe Cederlund degli Entombed. 'Soulside Journey' presenta una discreta personalità ed è apprezzabile dal punto di vista esecutivo, ma non mi sento di considerarlo un "capolavoro trascurato", come molti hanno sostenuto: se si tiene conto che nel 1990 i Morbid Angel pubblicano "Blessed Are the Sick", i Nocturnus "The Key" e gli Entombed "Left And Path", tutti dischi che hanno fatto la storia del death, appare un pò difficile attribuire lo stesso valore ad un cd discreto ma non tracendentale come questo ed il cui intresse è legato solo al nome Darkthrone. Anche dal punto di vista musicale non siamo di fronte ad lavoro senza pecche: i brani migliori sono "Cromlech" (ripresa in seguito anche dagli Emperor), "Sunrise Over Locus Mortis", "Neptune Towers" e "Iconoclasm Sweeps Cappadocia", per il resto ci trova di fronte ad episodi più o meno riusciti, ma poco incisivi. Già dal debutto però i Darkthrone mostrano la loro inclinazione satanica in brani come "Grave With A View" e "Iconoclasm Sweeps Cappadocia", alternata a visione cosmiche e nichiliste di un gioiellino come "Cromlech". Per il resto in questo cd si può sentire un Fenriz lontano dal minimalismo batteristico che adotterà dopo questo disco, così come le chitarre di Ted Skjellum e Ivar Engar si permettono finezze e virtuosismi che saranno, poi, banditi dalla musica dei Darkthrone. Non c'è molto altro da dire, si tratta di un disco sufficiente, ma il cui valore è legato più alla storia ed alla musica che l'hanno seguito, piuttosto che a propri meriti, compratelo solo se avete già tutto dei Darktrone, oppure se amate il death scandinavo dei primi anni '90.
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