COLOBAR: Behind The Veil Of Oblivion
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20/09/2012Buona la fattura del prog dei Colobar, sestetto bulgaro in distribuzione con la Spectastral Records. Questa band presenta una particolarità, la mente, l'anima, il motore primo di questa macchina del prog è il polistrumentista fondatore del progetto, Angel Angelov. Una sorta di one man band, infatti in quest'album presta i propri servigi come chitarrista solista, come seconda voce e partecipa all'incisione delle tracce di batteria. Curioso leggere due volte nella line up voci come "drum" o "piano", sembrerebbe più un'orchestra. Ma a prescindere dagli elementi che possono sembrare divertenti, i Colobar sono un gruppo tutt'altro che divertente. La grande tecnica dei singoli membri emerge passo dopo passo, dietro ogni elemento c'è un gran bel curriculum musicale e una preparazione tutt'altro che di base; i brani sono dei cocktail di virtuosismo e finezza, una finezza che si risolve tanto nella tecnica quanto nelle scelte che emergono dal bagaglio dei sei. Particolare il timbro di Carl che per certi versi ci ricorda il grande Phil Collins; ottimo lo scambio di battute tra basso, chitarra e piano, che instaurano un vero e proprio dialogo musicale: i cosiddetti "botta e risposta" dominano in questo lavoro che scopre tutto quello che si cela "dietro il velo dell'oblio" - una figura che ci ricollega un po' al concetto del velo di Maya schopenhaueriano - e che mostra ogni aspetto anche più da backstage di questo lavoro. 'Behind The Veil Of Oblivion' è uno di quegli album che si definisce tipicamente prog, ma non per questo scade nel banale, i ragazzi riescono a conferire quel dato personale che li allontana dal paragone, sebbene non si possano escludere le influenze. La formazione bulgara sigilla questo bel lavoro con un lucchetto marchiato "Cant Feel" ultimo brano dei sette, quello che potremmo definire una ballad. I brani in toto sono un crescendo di inserimenti, "A Change Of The Ages" è squadrato e strutturalmente più diretto, si comporta come un brano power,quindi abbastanza netto il distacco con la traccia singolo dell'album "Behind The Veil Of Oblivion" che fa la sua entrata come primo brano strettamente progressive diviso in due, i primi tre minuti circa sono accompagnati da un'andatura morbida molto musicale, i restanti tre sfociano nel prog più puro, con tempi dispari ed obbligati che coinvolgono tutti gli strumenti. Siamo entusiasti di questo lavoro e come appassionati non possiamo far altro che attendere i prossimi lavori di questa promettente band.
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