AVENGED SEVENFOLD: NIGHTMARE
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02/09/2010Dopo la tragica scomparsa del batterista Jim Sullivan (The Rev), avvenuta nel dicembre del 2009, il futuro degli Avenged Sevenfold era piuttosto oscuro, nonostante fossero ormai pronti per entrare in studio e registrare il nuovo disco. Nuovo disco che esce a tempo di record, con la morte di Sullivan ancora fresca nei cuori dei fan, con l’aiuto del sempreverde Mike Portnoy dietro le pelli. La curiosità che quindi circondava il disco già prima del trapasso di The Rev (soprattutto dopo un disco clamoroso come il self-titled del 2007) si è moltiplicata, e Nightmare, parzialmente dedicato nei testi al defunto drummer, è finalmente qui. Nonostante le roboanti dichiarazioni della band (questo disco cambierà il mondo), Nightmare è semplicemente un ottimo albumo targato A7X. Forse meno personale, e non ai livelli di Avenged Sevenfold, e più mescolato con i lavori del passato (brani come Danger Line o Welcome To The Family, tra l’altro ottimi, sembrano uscire da City Of Evil), e vengono ripescati addirittura i breakdown di Waking The Fallen. Punti deboli in realtà non ce ne sono, dall’opener al cardiopalmo della title track all’epica chiusura di Save Me, e sulla performance di Portnoy è anche inutile soffermarsi. Forse un po’ troppe le ballad posizionate una di seguito all’altra, mentre un discorso a parte lo merita Fiction, unico brano in cui possiamo sentire la voce di Jimmy, che ne aveva registrato dei demo. Il pezzo non è granchè; si tratta di una pseudo ballad pianistica, sghemba e psicopatica (in pieno stile The Rev, insomma), ma non si trattengono le lacrime sentendo la sua voce e, soprattutto, ciò che canta: I hope it's worth it, what's left behind me, I know you'll find your own way when I'm not with you tonight, so tell everybody, the ones who walks beside me, I hope you'll find your own way when I'm not with you tonight. Cosa riserva loro il futuro? Non si sa, e al momento non vale nemmeno la pena pensarci.
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