DRAGONFORCE
[FIREWIND] Questa sera il maestoso Alcatraz di Milano si presenta in forma ridotta, vista la scarsa affluenza di pubblico, e relega le band sul palco B più proporzionato e posizionato lateralmente rispetto a quello originario. E così davanti a poco più di trecento metalheads fanno il loro ingresso sul palco i greci Frewind con in pompa magna Gus G., ex axeman dei Dream Evil e ora mastermind della band. La band ha l’onere e l’onore di accompagnare gli inglesi Dragonforce nel loro primo tour da headliner per l’Europa e ne fa ghiotta occasione per promuovere il nuovo eccellente disco “Allegiance” dal quale il combo ne estrae subito la titletrack ed “Insanity” trovandosi di fronte ad un pubblico caldo ed entusiasta. Dietro al microfono Apollo Papathanasio rispecchia l’ottima impressione data su disco risultando allo stesso tempo un buon e simpatico frontman. Mentre Gus G. è impegnato nel dare spettacolo con la propria chitarra è curioso vedere Bob Katsionis dividersi con incredibile naturalezza tra chitarra e tastiere, non disdegnando di certo dei solismi ad entrambi gli strumenti come nella strumentale “The Fire And The Fury”. Dietro alle pelli la presenza di Mark Cross (ex dei Metallium) è testimoniata dall’emblematica quanto inutile presenza di due piatti a forma di croce e da un drumming granitico e particolarmente violento. Il combo non si limita nello svolgere il proprio compitino da band di supporto ma imbastisce un mini-show durante il quale vengono eseguiti i brani più significativi della carriera della band come “I Am The Anger” e il conclusivo inno di “Tiranny”. Uno spettacolo ben eseguito ed interessante che ha saputo catturare l’attenzione dei presenti, un vero peccato per la sua scarsa duranta. Questi Firewind hanno i numeri per meritare di più. Firewind Setlist Allegiance Insanity I Am The Anger The Fire And The Fury Between Heaven And Hell Brother's Keeper Drum Solo Falling To Pieces Till The End Of Time Tiranny [DRAGONFORCE] Dopo una mezz’oretta di pausa gli acclamati inglesi Dragonforce fanno il loro ingresso sul palco mentre i presenti faticano ad arrivare alle cinquecento unità. A precedere il loro ingresso sul palco ci pensa “Raining Blood” degli Slayer con tanto di conto alla rovescia all’inizio dello show, giunti a quota 0 la band fa rapidamente il proprio ingresso sul palco attaccando con l’indemoniata “Black Fire”. Dopo il loro ultimo concerto in Italia di supporto ai tedeschi Edguy l’indagato numero uno per questa sera era il singer ZP Theart, autore nella scorsa occasione di una prestazione non troppo convincente. Invece ZP ha passato positivamente l’esame tenendo per un ora e mezza e sfoderando una prova, non impeccabile, ma senza fastidiose sbavature. Venendo al resto della band, beh, il fenomeno del loro estremo Speed Power Metal è di sicuro effetto e il combo dimostra di sapersi divertire sul palco grazie ai due piccoli tappeti elastici presenti e ad un palchetto centrale dove facevano capolino tutti membri della band a turno. Herman Li e Sam Totman fanno le schegge impazzite sul palco e, oltre al suonare con precisione ad una velocità disumana, se ne vanno in giro saltando qua e là per il palco come delle molle dando vita ai furibondi soli che hanno reso celebri i loro brani come in “My Spirit Will Go On” e nei numerosi estratti dal loro ultimo disco “Inhuman Rampage”. Non che gli altri membri siano da meno ma sono loro due a tenere banco stasera, con il virtuoso Herman che si ritrova persino a dover suonare con i denti (Guardate le foto!). Frédéric Leclercq al basso, ex chitarrista degli Heavenly, li segue a ruota restando in posizione più defilata, ha di spaventoso invece la prova del batterista Dave Mackintosh che rimane sempre e costantemente su ritmi micidiali senza mai perdere un colpo. La nota negativa è che alla lunga, impressione che avevo già avallato dopo gli ascolti su disco, la proposta dei Dragonforce risulta piuttosto ripetitiva e una volta passato l’entusiasmo iniziale l’atmosfera generale va scemando. A tenere banco dopo la ballata “Trails Of Broken Hearts” è il solo del bizzarro tastierista Vadim Pruzhanov che fino a questo momento si era limitato in qualche salto e qualche scorribanda sul palco. L’ucraino si esibisce prima in un solo personale, che anche se ha ben poco del professionale risulta estremamente divertente, con effetti bizzarri su di una base elettronica a mo di videogioco, riproducendo anche la sigla de “I Simpson”, per poi indossare la tastiera a tracolla per lanciarsi nella sfida alle chitarre di Herman e Frèdèric, che finalmente imbraccia una chitarra. Lo show procede fino alla sua conclusione e dopo una pausa e l’esecuzione di “Through The Fire And Flames” la band saluta definitivamente il pubblico di Milano con la “classica” “Valley Of The Damned” suonata a sorpresa a strumenti invertiti dai membri del gruppo. Una buona performance quella dei Dragonforce questa sera, fenomenali animali da palco con una tecnica fuori dal comune ai quali un pizzico di varietà in più non starebbe di certo male. Una cosa è certa, un loro spettacolo è fatto sicuramente per far divertire il pubblico ed i presenti di questa sera, anche se pochi, potranno ricordare con un sorriso questa bella serata. Dragonforce Setlist Black Fire My Spirit Will Go On Operation Ground And Pound Revolution Deathsquad Trail Of Broken Hearts Keys Solo Soldiers Of The Wasteland Storming The Burning Fields Fury Of The Storm --------------- Through The Fire And Flames Valley Of The Damned
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