Intervista frattale, per un disco frattale, of course: faccia a faccia con la band toscana autrice di un lavoro davvero notevole. Conosciamoli meglio, ma soprattutto facciamo una bella autopsia a questo cd…
La domanda per iniziare è banalissima, ma è per voi essenziale, visto che la vostra storia è particolare, oltre che piena di aneddoti. Da quand’è che suonate e come mai questo monicker?
Luke: Suoniamo da ormai 20 anni, ma abbiamo definito il monicker "Humangled" solo poco prima del demo del 1996, ai tempi cercavamo qualcosa di essenzialmente brutale, e abbiamo formato questa parola coniugando "Human" e "Mangled" che significa in breve "Umano macellato come una bestia"... un'immagine per simboleggiare il destino di noi tutti, a vari livelli.
La copertina è diretta e semplice, ma disturbante. Cosa rappresenta e che storia c’è dietro l’artwork?
Luke: Si, è molto diretta e penetrante, carica di odio, ed è molto rappresentativa del nostro pensiero e del ns. lavoro. L'artwork di Fractal è "Eye of a dead man", opera di Devin Fernandez, un grafico freelance disponibilissimo che ci ha concesso l'utilizzo dell'immagine e anche di apportare delle modifiche sui colori per renderla piu' "morbosa".
Possiamo considerare gli Humangled come un quartetto, o vedremo ancora cambiamenti? La scelta fatta per questo disco è a mio avviso molto valida, ma non credete che con gli impegni dei due ragazzi, ci saranno problemi in futuro?
Luke: Si, un quartetto. Dipenderà certamente anche dagli altri 2 ragazzi il conciliare Humangled coi propri impegni, ma non crediamo che possa costituire un problema, salvo programmare assieme dei Live.
A proposito di line-up: parlateci brevemente di quelle passate, e di cosa vi ha spinto a chiamare proprio Tat0 e Raffaele. Quali caratteri della loro personalità vi hanno più colpito, sia dal punto musicale che umano?
Luke: Sinceramente a parte noi due la lineup è stata sempre piuttosto "movimentata", ma non perché siamo 2 pessime persone !! É semplicemente stato difficile conciliare Humangled con gli impegni personali degli altri musicisti "ritmici". Adesso ci riteniamo molto soddisfatti di aver integrato in line up due musicisti encomiabili sia tecnicamente che personalmente, che soprattutto hanno capito il progetto e che ci hanno dato la massima disponibilità per portare a compimento questo primo full-length. Di Tat0 conoscevamo già i tanti pregi avendoci lavorato per il demo, Raffaele si è rivelato una piacevole sorpresa personalizzando notevolmente le sue parti.
In un disco death metal ci si aspetta spesso delle tematiche che rispecchino i tipici canoni del genere. Meno male però che voi rappresentate la piccola eccezione. Per di più, immagino che per voi sia grande motivo di orgoglio, dato che fate ciò, in un ambiente così ostico come quello nostrano underground…
Andy: Penso che molto dipenda dal modo in cui si interpreta il "fare musica"; per noi il Death Metal è il linguaggio con cui riusciamo a dar sfogo alle nostre critiche, al nostro odio per certe situazioni della realtà, ci viene naturale non rinchiuderci in un ambito "fantastico" popolato di arti spezzati, sangue e organi in bella vista fini a se stessi... preferiamo utilizzare questi aspetti splatter/gore solo come "condimento".
Più in particolare, ho letto attentamente le lyrics di FRACTAL, e devo dire che, ovviamente, rispecchiano al 101%, il titolo del disco. Spaziate da tematiche attuali (pedofilia, fallujah, droga), fino alle tipiche tematiche gore, senza dimenticare testi più esistenziali, come nelle due tracce poste in chiusura. Chi si occupa di questi piccoli gioielli?
Andy: Fa molto piacere che tu abbia colto l'essenza poco univoca del disco. Per i testi solitamente parliamo molto io e Luke di quello che potrebbe essere un argomento attinente al mood del pezzo, e una volta definito lo svisceriamo con tutto il sarcasmo e il cinismo di cui siamo capaci :) da una pagina di "impressioni" in italiano poi cerco di trarre il succo del tutto e metterlo in una metrica inglese cantabile.
Da sempre poi, trademark della band sono proprio testi che viaggiano tra serietà e humour nero...
Andy: E' un ambivalenza che speriamo venga colta, è così facile venir travisati e manipolati oggigiorno ! speriamo che il messaggio di amara e grottesca ironia, sempre presente tra le righe, venga compreso; anche perchè è troppo costoso inserire un booklet di note e spiegazioni a margine dei testi...
Come mai i vostri brani hanno una struttura stravagante, schizofrenica ed epica/brutale allo stesso tempo? Come sono nati alcuni dei brani più particolari? Quali sono i chitarristi che più vi hanno formato e, a parte ciò, quale pensate sia l’ottica giusta secondo cui l’ascoltatore deve calarsi per poter ascoltare bene questo cd?
Luke: I nostri pezzi non nascono mai secondo dei canoni predefiniti, alla base di tutto c’è sempre un’idea dibattuta e sviscerata ampiamente. Sia i riff che gli arrangiamenti, ma anche le liriche, sono al servizio di questa idea. Ogni brano, di conseguenza ha una gestazione propria. Personalmente potrei citare chitarristi che mi piacciono ma nessuno di questi, per ragioni sia tecniche che compositive mi ha effettivamente influenzato. Spero che l’album venga ascoltato senza pregiudizi e che riesca a trasmettere le emozioni ed i significati originari per il quale è stato composto.
Avete registrato agli studios da Dan Swanö. Raccontateci un po’ quest’esperienza. È risaputo che Dan sia un tipo davvero carismatico, vero? Qualche aneddoto veramente particolare di questo viaggio in Svezia?
Luke: Le registrazioni sono state effettuate in vari studios in tutto il Paese, Dan si è occupato dei suoni, del mixaggio e del mastering del tutto. L’esperienza Svedese ti cambia letteralmente il modo di concepire la musica. Swano è un professionista assoluto, la cosa che mi ha colpito particolarmente è il suo non voler inflazionare o condizionare niente del tuo progetto. Quando hai chiaramente delineato quale vuoi che sia il sound finale, solo allora, entra in gioco la sua ecletticità e la sua smisurata esperienza nel settore. Un episodio curioso potrebbe essere quando abbiamo dichiarato di esser venuti in Svezia per non fare dei suoni svedesi.."
Quando avete cominciato a comporre Fractal, qual è stato il primo pensiero che vi è balzato per la testa, ma soprattutto: ad oggi, qual è l’obiettivo che volte raggiungere? In un vostro brano si parla anche, tra le tante cose, di “scopi, raggiungere gli obiettivi”. Che significato ha per voi questo concetto al giorno d’oggi, e quel brano (parlo di UNDER THE ROOT)?
Luke: L’idea di puntualizzare le nostre esperienze musicali in un album è nata successivamente al rilascio dell’EP Edge of Beyond, ormai le idee erano chiare e dovevamo solamente trovare il modo di esprimerle senza defezioni tecniche. Siamo il frutto delle nostre decisioni, dobbiamo raggiungere la natura (la radice) delle cose per muoverci della direzione più precisa per il raggiungimento degli obiettivi.”
Andy: Riguardo all'obiettivo da raggiungere... è sempre il prossimo :) soprattutto l'obiettivo è non fermarsi, crescere e rimanere fedeli alle nostre personalità in ciò che facciamo.
Potete contare, già ora, la più grande soddisfazione ricevuta con questo vostro progetto musicale?
La maggiore soddisfazione è quella di riscontrare che i nostri interlocutori recepiscono esattamente tutto quello che volevamo trasmettere, per un musicista è il massimo.
Bene ragazzuoli…solito spazio libero…fate che volete, dite ciò che vi passa per la testa!
Luke: Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci seguono e ci supportano ogni giorno, questo ci gratifica moltissimo. Speriamo che il metal estremo italiano cresca di fama nel mondo allargandosi oltre i confini del Power ! Hypocrisy demands brutality, stay always brutal \m/
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