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END OF GREEN

La colonna sonora della nostra ‘vuota estate’; per il venticinquennale della band ed in seguito alla pubblicazione di ‘Void Estate’, che ha rappresentato una svolta nella carriera dei tedeschi, non ci siamo fatti sfuggire l’occasione per scambiare due chiacchiere e toglierci qualche curiosità.

Benvenuti su Hardsounds e complimenti per il nuovo lavoro; cogliamo l’occasione per chiedere qualcosa a riguardo il nome della band: End Of Green significa la fine della speranza e ciò traspare chiaramente dai vostri testi. Che cosa intendete con la definizione che avete dato alla vostra musica: depressed (questo è chiaro) subcore? Probabilmente si riferisce a “Sub Pop”, specificando che noi intendiamo andare un po’ più in profondità, fino al nocciolo (core). Onestamente, non ricordo quando è stata coniata questa definizione, ed io non facevo parte della band. Credo che “musica per maltempo” è una definizione abbastanza calzante.

'Void Estate' mette in luce un nuovo sound, differente da quanto fatto in precedenza, specie se lo paragoniamo a ‘Last Night On Earth’. Ciò significa che avete perso la pesantezza derivante dalla giovinezza o è semplicemente evoluzione? Io non credo che la pesantezza sia misurabile in termini di distorsione, la pesantezza del suono va molto più in profondità, nello stomaco. Su ‘Void Estate’ sono totalmente d’accordo, non suona come ‘Last night On Earth’ per due fondamentali e suggestive motivazioni: Last night On Earth’ lo abbiamo fatto 14 anni fa, sarebbe seriamente strano se avessimo continuato a suonare in quella maniera. Siamo sempre stati influenzati da ciò che ci accede intorno e naturalmente il modo in cui esprimiamo la tristezza, la rabbia e la disillusione ha diverse sfaccettature. Suppongo che hai ragione, è evoluzione. Ci piacciono ancora tutti i dischi che abbiamo registrato, continuamo a suonare i brani dal vivo, ma non vediamo nessun motivo per doverli riscrivere nuovamente.

La situazione che descrivete nel testo di “Mellodrome” è qualcosa di realmente accaduto, o è finzione? E’ realtà. Avremmo voluto che fosse finzione, ma purtroppo non lo è.

'Void Estate' ci sembra una contraddizione in termini di sonorità, ci sono della grandi dark ballads memori dei Sisters Of Mercy, dei The Mission e dei 69 Eyes (periodo Gothic) e altre tracce create per scalare le classifiche ufficiali, quali 'Head Down' che ci ha ricordato i Crash Test Dummies oppure “Send In The Clowns”, “Crossroads” e “City Of Broken Thoughts”. Come spiegate questa dicotomia? [Risata] Crash Test Dummies?! Mi stai ammazzando. L’ultima volta che ho controllato le classifiche, purtroppo non c’era niente come “Head Down”. Penso che sarebbe bello se quel brano avesse un appeal mainstream come tu dici. Siamo influenzati da un sacco di musica diversa e non facciamo differenza tra metal, post-punk, goth o rock music. Il pop è grande come gli altri generi, “Crossroads” per esempio è una cover, la versione originale fu scritta da Calvin Russell, un musicista che suonava country/blues. Personalmente non mi è mai importato degli stili musicali, una bella canzone è una bella canzone, e non importa se è stata composta dai Bolt Thrower, dai Bad Brains, o Gil Scott Heron. C’è così tanta buona musica in giro che non perderei tempo in definizioni.

Cosa volete esprimere nel testo di "The Dark Side of The Sun" (il lato oscuro del sole). L’amore per la musica, il resto dipende dall’umore di chi ascolta.

"Dressed In Black Again" (vestiti nuovamente di nero) è un ritorno a qualcosa che avete perso lungo la strada, o è uno stato mentale? Non abbiamo perso nulla, specialmente quando parliamo di situazioni negative. E’ uno stato mentale nel quale ci siamo sempre ritrovati e lo esprimiamo a modo nostro.

Chi ha curato la produzione ed il mixaggio del disco (sound spettacolare, pulito e potente)? Veramente un gran bel lavoro. Grazie, è opera di Michelle; è stata la prima volta che ci siamo autoprodotti, il chè è stato in un certo qual modo una sfida, ma ne è valsa la pena. Solitamente registravamo i demo nel suo studio, stavolta abbiamo pensato che fosse la volta buona per provare a produrre l’intero disco lì. Situazione abbastanza buffa, lo studio si trova due piani sopra alla sala prove dove abbiamo suonato per la prima volta 25 anni fa, nel seminterrato.

Avete già 25 anni di carriera sul groppone, 'Void Estate' rappresenta il vostro riflesso come band, o delle persone che siete oggi? Non siamo in grado di separare ciò, ogni cosa che riguarda la band è relativa a noi come persone e come esseri umani. La nostra musica è guidata dalle nostre vite e dalle cose che ci succedono intorno. 'Void Estate' è una sorta di diario che abbiamo scritto dopo che abbiamo finito The Painstream. E tutto questo non sarebbe successo senza il disco precedente.

Dopo 25 anni di carriera vivete di musica, o ognuno di voi ha il suo lavoro? Tutti noi abbiamo un lavoro ‘normale’, chi lavora al cimitero, chi fa lo scrittore, chi il grafico, chi vende strumenti musicali e chi lavora per i giovani. I nostri lavori ci permettono di avere la libertà di spendere molto tempo per la musica e amiamo essere liberi ed indipendenti quando si tratta di prendere delle decisioni che riguardano la carriera della band.

Avete mai suonato in Italia? In caso di risposta negativa, ci verrete prima o poi? Abbiamo suonato tre volte in Italia, a Corvara nel Sud Tirol. Fu un festival bellissimo sulle dolomiti. Gran bel panorama. Saremmo felici di tornare in Italia in qualsiasi momento. Ho trascorso alcuni giorni a Milano alcuni anni fà, una grande città, e aggiungo che abbiamo incontrato un sacco di italiani che hanno viaggiato per venire ai nostri show in germania. E’ tempo di andare a trovarli nelle città di provenienza.

Siamo arrivati alla fine dell’intervista, voglio personalmente ringraziarvi per avermi dato un disco che è stato la colonna sonora della nostra (mia e di mia moglie) estate, volete aggiungere qualcosa? Grazie per l’interessamento che hai dimostrato nella nostra musica. Oggi come oggi c’è così tanta musica in giro, e noi veramente apprezziamo se qualcuno ci sceglie per sprecare un po’ del suo di tempo. O meglio, per star bene. Ciò è molto bello. Grazie.

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