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HARDSOUNDS FESTIVAL 2013 - 10TH ANNIVERSARY

Una recensione non è mai oggettiva, quindi non vorremmo certo ammantare di oggettività il report di un concerto voluto da noi e con band che rappresentavano il meglio della nuova musica italiana. Dieci anni per Hardsounds, una famiglia molto larga che si è ritrovata a cooperare per la riuscita dell'evento. E ciò che più conta, tutti uniti attorno ai gruppi e agli incarichi, tutti importanti e nessuno essenziale. Con questo spirito abbiamo fatto in modo che il Traffic fosse pieno di gente, che aveva bisogno non di un festival, ma di quattro concerti effettivi.

I IV Luna hanno dimostrato che si può ancora scrivere musica inclassificabile e comunque dalla grande forza magnetica. Se i primi brani del set sono pieni di accenni doom, gradualmente si riesce ad erodere l'oscurità e la canzone conclusiva - cover di Brian Eno - dice tutto. Riuscitissimo il cantato anche in italiano, peccato per la non perfetta intellegibilità. Suoni ottimi, a parte questo, così come per i due gruppi seguenti.

Setlist:
Allucinazioni
D'incanto
Sull'aria
Germogli
Petali di cenere
Unsafe prison
By This River (Brian Eno cover)

I Frostmoon Eclipse sono portabandiera del black metal italiano, prima band tricolore a firmare per Osmose, mobilitano i blackster della Capitale, puntando tutto sulla loro proposta mai scontata di intendere il genere. Il cantante fa la parte del leone, la espressività dei suoi gesti e uno scream potentissimo ha ben impressionato. I vari cambi di registro, che accompagnano l'umore acustico/raw delle canzoni, riescono a portare i ragazzi spezzini ad un livello superiore al solito metal da facepainting. Uno degli apici del festival è la cover finale suonata dai Frostmoon. Non ci si aspettava "Black Sabbath", ma una così riuscita reinterpretazione (condita da agghiaccianti "ave satana" nel ritornello) inizia a rallentare i ritmi e a preparare il campo per i "padroni di casa".

Setlist:
Of a Dead Universe
A Clandestine Freedom Between Shadows
3) Let Me Die Alone
4) Corridors
5) Elusion of Sorcery
6) Devoured
7) World in Ruin
8) Black Sabbath (Black Sabbath cover)

Avete presente un elefante che cerca di entrarvi prepotentemente nell'orecchio? Ecco, questi sono i Doomraiser, alla prima esibizione live con la nuova line up. Stesso bassista dei IV Luna, sound molto diverso e clima più torrido. Il singer è un imponente cerimoniere che non si fa mancare nulla, sperimentando diversi registri vocali e dilettandosi anche a devastarci ulteriormente con un moog utilizzato per creare maggiore atmosfera. Rispetto al cd, i Nostri dal vivo ricercano un impatto e una fisicità maggiori, il che rende i lunghi brani ancora più pantagruelici e ossessivi. Il doom in una forma distorta ed eccessiva. Annullata ogni resistenza del pubblico. Hanno vinto loro.

Setlist:
Mountains of Madness
Vampires of the Sun
Dream Killers
The Raven
Like a Ghost
Rotten River

Si fa tardi mentre salgono sul palco gli Ecnephias, forti dell'interesse creato attorno agli ultimi due full length (da cui sono tratti praticamente tutti i pezzi della loro scaletta), che li hanno affrancati dall'estremo per abbracciare nuove esperienze. Quello che si nota subito è che purtroppo il soundcheck non è perfetto, anzi. La chitarra solista di Nikko è totalmente assente nelle prime battute dello show e ripetutamente i musicisti dialogano col fonico per risolvere altri problemi acustici. La particolare proposta dei potentini è generalmente ben accolta: i brani sono pieni di feeling e la loro relativa semplicità ci dice che si tratta di una band che ha trovato la sua "formula magica", riconoscibilissima. Le canzoni di 'Necrogod' sono connotate da una maggiore ricchezza di arrangiamenti, quelle di 'Inferno' da una immediatezza e da un sound asciutto a più adatto alla dimensione live. "A Satana" entra in testa dal primo ascolto e i brividi durante la magnifica "Voodoo" rendono la cifra di uno show soddisfacente e per certi versi mistico. Quindi si può ben capire che il pubblico non abbia voglia di dimenarsi o rispondere agli incitamenti del bassista.

Setlist:
Syrian Desert INTRO
The Temple Of Baal-Seth
Kukulkan
A Satana
A Stealthy Hand Of An Occult Ghost
Necrogod
Ishtar (Al-‘Uzza)
Fiercer Than Any Fear
Buried In The Dark Abyss
Anubis (The Incense Of Twilight)
Kali Ma (The Mother Of The Black Face)
Voices Of Dead Souls
Chiesa Nera
Leviathan (Seas Of Fate)
Voodoo (Daughter Of Idols)
15) Lost Love Ballad

Si conclude così una serata da ricordare, vissuta secondo la filosofia che caratterizza la nostra webzine: i gruppi prima di tutto. A loro il nostro applauso.

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