WEEKEND NACHOS: Apology
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29/05/2016Sciogliersi quando si è all'apice della propria creatività dovrebbe essere una prerogativa per tutti i gruppi musicali, per non mortificare quella che è stata in effetti la scintilla che li ha fatti nascere e scrivere pagine importanti della nostra musica preferita. I Weekend Nachos lo hanno annunciato lo scorso primo gennaio: dopo i concerti e il nuovo album smetteranno di esistere. E allora con rassegnata attesa abbiamo pazientato di avere nelle orecchie 'Apology', consapevoli che sarebbe stata l'ennesima lezione di quella forma brutale di hardcore chiamata powerviolence di cui i Nachos sono maestri oramai da dieci anni. Facendo qualche comparazione, i brani sono mediamente più lunghi e variegati, lo stesso album dura più dei precedenti, ma non perde nemmeno un grammo di potenza. Dalle brevi scazzottate alle pesantissime incursioni nello sludge, si perpetua la solita e familiare formula, con la prevalenza di un sentimento di malinconia data dalla consapevolezza che questo è l'ultimo disumano vagito di un gruppo che non ha mai lasciato nulla al caso, nessuna debolezza o tentazione allo sputtanamento, tutto all'ordine della violenza debordante e dell'ironia sempre presente nei modi di fare. Non nascondiamo che la commozione ha prevalso quando nella traccia finale, nove minuti di pachidermico sludge sfonda-deretani, ha fatto capolino un pianoforte, probabilmente retaggio di qualcosa alla Today Is The Day. La radiografia in copertina è probabilmente delle mani di qualcuno che ha sfogato su un muro di cemento armato la sua rabbia emersa durante l'ascolto di 'Apology'. Ci mancheranno, ma sappiamo che è meglio conservare il loro ricordo di questo stato impressionante di forma.
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