MORTALICUM: Tears from the Grave
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30/04/2014In un certo senso li abbiamo un po' cresciuti i Mortalicum, visto che qui da noi 'The Endtime Prophecy' era stato accolto molto bene e sviscerato in sede di intervista. Ora siamo lieti di constatare che il fatidico terzo album per gli svedesi si pone come nuovo punto di arrivo, visto che si tratta -giustamente- del loro lavoro più maturo e intenso, il primo come trio. 'Tear From The Grave' è già dalla copertina una riscoperta di un doom più oscuro rispetto al passato, sebbene la produzione molto definita e cristallina sia come sempre un marchio di fabbrica. Brani più lunghi, complessi, a tratti velenosi e spiritati, come gli innumerevoli assoli di ottima fattura, i quali percorrono ogni solco del disco con una rara forza espressiva. Al contempo si semplificano altri meccanismi, come "The Endless Sacrifice" (qualche assonanza col disco precedente, forse un trait d'union) incredibilmente settantiana e rockeggiante, quasi da Thin Lizzy velati d'oscurità, oppure la bastardissima "I Am Sin", lunga anch'essa, che unisce qualcosa alla "War Pigs" con un riffing più moderno e ciccioso verso la fine. Senz'altro il vertice dell'album è la title track, undici minuti in cui succede di tutto e siamo perfettamente consci della evoluzione dei Mortalicum, sempre più padroni di un doom accessibile e al contempo stratificato, alquanto personale e maestoso. Gioca un ruolo fondamentale anche il cantato, sempre alto e mai in falsetto, he stavolta ci è sembrato più "raggiungibile", non cavernoso, dotato di un retrogusto bluesy, caldo e classico. Siamo pur sempre davanti a un gruppo heavy, che non può dirsi di puro doom, anche se stavolta si sono fatti passi in quella direzione.
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