MANTRAM: Time To Run
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16/10/2012Già attivi da una decina d'anni, i Mantram si sono pian piano fatti conoscere nell'underground romano per un rock pesante legato al crossover, un full length all'attivo, poi una pausa, vari cambi di line-up ed ora la rinascita, sintetizzata in questo 'Time To Run'. Distorta la copertina (un orologio di Dalì in una galleria della metro?) e altrettanto distorto ed energico il rock proposto. L'EP è essenziale e non perde tempo tra intro e outro, subito il singolo (da cui è stato tratto un video) "Bury Yourself" è un degno ospite di casa, con immediatezza figlia del secondo album degli Alter Bridge e qualche melodia che ricorda gli Offspring di 'Americana'. Una vera e propria hit, che non potrà mancare di appassionare gli alternativi attenti alla scena del proprio Paese. Il lavoro ritmico è veramente buono, aggressivo e vario: "Subjection" è dura e concitata e si contrappone alla tristezza melodica di "Fuck You Angel", eterea ed acustica. Inni ispirati alla band di Myles Kennedy e Mark Tremonti, con una propensione minore verso il metal e una maggiore spinta verso tipi come gli Yellowcard (soprattutto per la voce). D'altronde, l'agire a livelli di autoproduzione non può che rendere genuino ogni passo dei Mantram, anche se la personalità in "Liberation Day" latita un pochino. Niente paura, un altro paio di pezzoni radiofonici come la opener e potremmo sentirne parlare ancora di più. E sarebbe un chiacchiericcio molto meritato.
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