I SPIT ASHES: Inhaling Blackness - Reflecting Light
data
01/09/2012Metal 2.0, si definiscono. Come no, i Deicide fanno pagan-folk e gli elefanti volano. Non possiamo che prendere con ironia la autodefinizione pretenziosa dei tedeschi I Spit Ashes, i quali tentano di spacciare per moderno o - peggio - evoluto un coacervo che ha almeno dieci anni. Che poi, fosse solo quello, d'altronde molti altri gruppi fanno virtù del loro suono retrò (tipo gli Enforcer nel classic metal). Il punto è che a partire dalla copertina (non male, se paragonata al resto del cd) si respira un'aria di plastica fin da subito. Toh, un dejà vu, eccone un altro... ed un altro ancora. In soldoni, la cosa migliore di 'Inhaling Blackness - Reflecting Light' è praticamente l'introduzione. Poi inizia un insipido death ultra melodico (talmente tanto che è quasi fuori luogo chiamarlo "death") che deve il 90% della propria esistenza a dischi come 'Projector', 'Damage Done' e 'Fiction' dei Dark Tranquillity e il restante 10% alla feccia metalcore. Togliete la classe dei DT e la cattiveria di base, aggiungete qualche break tamarro: a parte una certa violenza nelle ritmiche (dai, il batterista è bravo e preciso), il tutto assume connotati vicini all'emocore, a causa di tastiere che più lineari non si può (accordi fissi o al massimo riproduzione delle melodie delle chitarre) e un cantante statico che non riesce a coinvolgere, anzi, storpia la ballata "My Ulysses" con irritanti harsh vocals. Essenzialmente piatto e adatto a quelli che sanno vita, morte e miracoli di gente come il già citato gruppo di Mikael Stanne, o i Parkway Drive.
Commenti