GRUMO: Fallimento
data
25/10/2015Ma sapete quanto può importare ai Grumo di una recensione? Meno che niente, se il nome e il modo di fare che contraddistingue questo scatarroso gruppo modenese sono realmente votati al "vado, maciullo e torno". Nella fattispecie, 'Voglio Vederti Sprofondare' è tornato svariate volte nel lettore mp3 di chi scrive, con una sfrontatezza invidiabile e ignota a band grindcore molto più blasonate. E torniamo al punto di partenza: che ce ne facciamo del blasone? Una mazza. Ecco perché 'Fallimento' ci viene sputato addosso a tre anni di distanza, ma potevano essere anche trenta o trentamila... L'odio non muore mai. Tematiche classiche, si fa strada l'inglese in modo più netto, pur non dimenticando che la espressività della nostra lingua è di molto superiore. Dal punto di vista musicale, possiamo in piccolo azzardare un parallelo con i Napalm Death: in 'Fallimento' abbiamo il salto che ci fu con i cambiamenti di 'Harmony Corruption'. Ossia: un figlio bastardo nato dal seme del death metal. A corroborare questa nostra (opinabilissima) tesi sembra messa apposta in chiusura il rifacimento di "Suffer The Children" (niente di speciale, rispetto al resto del lavoro, ma le cover sono sempre insidiose). Le cose cambiano fino a un certo punto, visto che c'è questo groove da antologia, più metallico, più regolare di certe fucilate epilettiche del disco precedente, ma alla base abbiamo la solita colata di vomito targata Grumo, tra l'altro molto migliorati tecnicamente e nella scrittura dei pezzi. Meno freak, più professionale e internazionale, sia con qualche puntata al suono dei Misery Index, sia per la produzione che rende il tutto un... grumo di sangue che non vuol sapere di andarsene dalla gola. Da oggi abbiamo un sogno: che lo zombi col cappellino degli Assuck presente in copertina faccia sventolare la sua bandiera nera sui palazzi del potere, magari sulle note di "Cani Sciolti". Un 'Fallimento' per l'umanità, un grande ritorno per i Grumo.
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