FILTH IN MY GARAGE: Songs From the Lowest Floor
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08/06/2016Avevo perso di vista i Filth In My Garage, pensavo che l'EP di tre tracce del 2012 fosse destinato a rimanere la loro ultima uscita e non li ho più seguiti. Sì, sono fatalista, non avete idea di quanti gruppi ho atteso invano per un sacco di tempo. Per fortuna stavolta la colpa è mia, scusate la disattenzione: i ragazzi bergamaschi stanno benone, e anzi fanno il grande passo verso il full length. In quattro anni succede di tutto, e infatti il genere dei Nostri è in parte cambiato, ma oramai ci siamo abituati. Meno noise e urticante rispetto al passato, 'Songs From the Lowest Floor' si compone di una varietà inedita per i FIMG, a partire dalla introduzione dal sapore western (sonorità riprese alla grande in "Greenwitch"). Il cantato di Stefano migliora ancora e non risparmia urla e inflessioni pulite che in passato non c'erano. I testi rimangono sempre essenziali e protagonisti al pari della musica, figliastra di Poison The Well e Norma Jean, con una voglia di osare sempre maggiore che si nota soprattutto negli intrecci delle chitarre, assolutamente impeccabili. La durata di poco inferiore della maggior parte dei pezzi rispetto a '12.21.12' mi aveva fatto pensare che forse si sarebbe tornati a menar mazzate più affini agli Unsane, ma mi sbagliavo per fortuna. Ci sono sempre frammenti taglienti e disturbanti, solo che sono inseriti con più consapevolezza e esperienza. Progressione musicale nella direzione del post hardcore e post metal perfettamente riuscita, in un crescendo che specialmente da "The Awful Path" in poi non può lasciare indifferenti. Chissà perché il mio garage è più sporco di una discarica, eppure non ha mai partorito musica come questa.
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