BODYFARM: The Coming Scourge
data
25/09/2013Decisamente più adatto al debutto il putrescente moniker della band olandese, che qui sembra invece darsi un certo tono, più sobrio e mitteleuropeo. I Bodyfarm crescono e dimostrano che c'è modo e modo di suonare death metal. Scelgono la via più "semplice" e al contempo più aperta a facili critiche, visto che lo stile intrapreso non dà vita a costruzioni molto personali, anzi. Il difetto principale della release (bella la copertina minacciosa) è che, messi i paletti, i Nostri non se ne allontanano nemmeno per un attimo. I punti di riferimento sono Jungle Rot (sempre meno che in passato, sia ringraziato il cielo) e i conterranei Hail Of Bullets. Non a caso è stato chiamato come ospite il chitarrista di questi ultimi in "Der Landkreuzer". La opener fa pensare al peggio, visto che siamo vicini alle rozze e insipide composizioni dei primi citati: la prova vocale non aiuta e si assesta su un growl che è estremamente intellegibile, chiaro e forte, ma manca di feeling, se abbinato al brano. Dimentichiamo però "Unbroken", maldestro tentativo di apertura distruttiva. Le note positive arrivano con i successivi rintocchi mortali che rallentano e fanno ricordare addirittura gli Asphyx, grazie a delle chitarre tanto pesanti che ci sentiamo le orecchie andare in mille pezzi. Le rullate marziali, le deraglianti martellate del basso distorto, il singer che man mano migliora e rende più varia la sua prestazione grazie a uno stile che ci ricorda quello dei Vader e al contempo quello di Phil Fasciana dei Malevolent Creation. La titletrack cita addirittura i Deicide, nell'intreccio growl/scream. E intanto siamo arrivati alla cover finale. Scelta inusuale, quella dei Bathory più epici per una band death, che ci fa capire come gli Amon Amarth abbiano scoperto l'acqua calda e la stiano spacciando per champagne da quindici anni e passa. Un disco tiepido nella prima parte, che va infervorandosi nella seconda metà, come se uno schiacciasassi iniziasse a vagare impazzito in un cimitero monumentale. La personalità è quella che è (poca), ma gli amanti del death di scuola olandese non disdegneranno.
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