ANGUR: Ego
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14/12/2016Qualche tempo fa mi chiedevo a cosa servivamo noi delle webzine con i dischi che oramai tutte le grandi etichette piazzano in streaming gratuito. Ora me lo chiedo anche con le piccole agenzie di promozione che ci mandano i cd di sconosciuti gruppi tedeschi, i quali per scelta hanno pubblicato la loro musica con download a offerta libera. Davvero, non ha senso. Scaricate, fatevi un'idea da soli. Sono finiti i tempi di Beppe Riva che descrive con paroloni spesso forzati e ricercati il contenuto di un disco. Non mi ero mai imbattuto negli Angur prima d'ora, ma il loro esordio del 2011 si trova sul loro Bandcamp ed è un gran bel sentire. Un classico dischetto pagan black metal, ad onor del vero, con quel saporitissimo tocco naif che lo rendeva un giusto compromesso tra la roba alla Nokturnal Mortuum e qualcosa di più moderno come i Moonsorrow, ma sempre fortemente radicato nella tradizione. Qualche traccia di amaro in bocca invece lascia l'EP qui presente. 'Ego' alla faccia del formato dura mezz'ora e direi che basta e avanza, in beffa ai minuti, perché i brani sono tirati anche troppo per le lunghe. É la solita storia, un gruppo buono a destreggiarsi nell'underground appena ha un po' di mezzi migliori sbaglia tutto o quasi. A partire dalle scelte di produzione (freddissimi i suoni e macchinosa la batteria), e andando poi al comparto musicale (troppo metal, troppe chitarre monolitiche e senza variazioni significative), le cose non girano come dovrebbero. La new entry Fee all'hurdy gurdy è senz'altro capace, ma cade nel tranello e cerca di strafare, dando al dischetto un'aura quasi folk metal che con qualche brivido ricorda gli Eluveitie. Che sia positivo o meno lascio stabilirlo a voi, dategli una possibilità solo se per voi sentirsi pagani vuol dire davvero qualcosa che non sia solo un paese in provincia di Salerno. Odino, dammi un Crodino!
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