OPERA IV: Voices Hidden Inside
data
12/11/2012Il progressive metal è un genere freddo, soprattutto se strumentale. Purtroppo il luogo comune è confermato dai molti che cimentano in lunghe composizioni senza capo nè coda, magari con il proprio strumento che fa a gara di tecnicismo con l'altro. Non nascondiamo quindi che le aspettative per gli Opera IV (per un momento li avevamo confusi con gli Opera IX!) non erano così alte. Grande soddisfazione quindi all'ascolto di 'Voices Hidden Inside', quando abbiamo piacevolmente scoperto un talento tricolore. Ivo Porceddu contro tutti, le sue canzoni contro i pregiudizi: il batterista sardo vince a man bassa, dimostrando che un disco prog in cui il drum set è in primissima linea può trasmettere molto. Certo, anche gli altri musicisti sanno il fatto loro, Ivo ha chiamato diversi virtuosi di chitarra, basso e tastiere per assemblare tutto ciò, ma si sente che è lui a monopolizzare la scena. Tecnica sopraffina sì, ma ricordiamo che questi sette frammenti comunicano sentimenti e vanno in profondità nella maggior parte dei casi. E' facile scorgere assoli di chitarra che raccontano di "altre dimensioni", con suoni reali e pieni, facile mettere in loop il disco e farsi un numero praticamente illimitato di viaggi guidati da mr Porceddu. Scaraventati in un buco nero da ritmi imprendibili ed estremi o innalzati in paradisi dal sapore di samba, poco importa. Qualche pezzo colpirà più di altri, ma la qualità generale è costante e tende a confermarsi alta nella finale e mastodontica "Ways Of Life". Il coinvolgimento è assicurato in buona parte dei trentotto minuti totali, ma ci vuole anche un minimo di elasticità per penetrare un cd totalmente strumentale. Questo è l'ostacolo maggiore, rassegnarsi ad essere cullati da alcune melodie e schiaffeggiati da altre, senza chiamere in ausilio alcuna voce. A quel punto si potrà sentire la voce nascosta di questo progetto di metal poco accessibile ed ispido.
Commenti