NE OBLIVISCARIS: CITADEL
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12/11/2014Ne Obliviscaris. Questo nome sarà rimasto impresso in modo pressoché indelebile nella mente di coloro che dalla musica si aspettano sempre di più. Il mirabolante 'Portal Of I' ha caratterizzato il 2012, consacrando il gruppo australiano dopo appena un album a nuove promesse del metal mondiale. L'attesa per 'Citadel' era altissima e tutta meritata. Differenze tra i due dischi ce ne sono. Innanzitutto cambia il tempo di preparazione, molto più breve stavolta. La lunghezza totale è diminuita drasticamente forse proprio per questo motivo (quarantotto minuti contro settanta e passa). Col senno di poi, si è rivelata una scelta vincente perché si è fatto in modo di valorizzare meglio i vari passaggi. Scavando e riducendo all'essenziale, al netto della prima e dell'ultima traccia che sono essenzialmente intro e outro, il resto è pura e godibilissima sostanza. Cose da avventurieri del pentagramma, gustose, particolari e originali. I NeO hanno espanso il loro "territorio musicale", che già era particolarmente vasto. Che hanno fatto, in pratica? Le parti di metal estremo sono sempre più violente (la prima metà di "Phyrric"...), quelle prog ed eteree fanno ancora più venire la pelle d'oca (...e la seconda). Un colpo al cerchio, uno alla botte. Il marchio di fabbrica è ancora una volta il violino che imprime le sue tracce in ogni brano e si ritaglia persino un delizioso sipario in "Reveries", accompagnato dalla sola chitarra classica. L'effetto sorpresa di 'Portal of I' è un lontano ricordo, abbiamo affrontato l'ascolto aspettandoci i colpi di scena... Eppure 'Citadel' è riuscito a stupirci lo stesso. Non ce ne frega niente di citarvi passo per passo i punti in cui si richiamano atmosfere di questo o quell'altro gruppo, qui dentro tutto combacia alla meraviglia come in un puzzle progettato dall'alto. In soli tre macro-brani, è condensato un mondo a parte, in cui regna sovrana la grande ispirazione dei Ne Obliviscaris.
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