MEMORY GARDEN: Doomain
data
30/04/2013Quanto doom farlocco bisogna ascoltare prima che ci sia un gruppo capace di farti appassionare al proprio lavoro? Purtroppo molto, di solito pompato dalle grandi etichette. Per i Memory Garden abbiamo dovuto aspettare quattro anni dalla ultima release, ignorata perchè uscita presso una label piccola, a sua volta uscita dopo otto anni di silenzio. L'attesa è ripagata, il ritorno da mamma Metal Blade riporta gli svedesi quasi agli antichi fasti e 'Doomain' è un album pesante e sentitamente heavy, benchè la parola d'ordine sia una sola, ovvia: doom. Il contrasto tra il riffing che sa quasi di death metal in certi punti pieni di ritmi più aggressivi e l'apparato orchestrale (presente per creare toni più luminosi) vede sempre un giusto compromesso. Molti di questi brani trasudano emozioni e devono la loro grande varietà ad uno stile che non si fossilizza su un genere (il doom nello specifico), ma pesca inserti sinfonici nel punto di massima tragicità (ad esempio al culmine di un assolo) o compie veri e propri salvataggi di power metal di classe. Sì, è un album raffinato, la cui unica pecca può essere considerata l'eccessiva vicinanza - non durante tutto l'ascolto - a 'Heaven And Hell' dei Black Sabbath e al tipico stile di Toni Iommi, ma la prestazione al microfono di Stefan trascende punti di riferimento, in quanto di grande personalità e adatta ai vari generi. Non solo doom quindi, grazie a escursioni magistrali nell'heavy e in melodie aperte, le quali avvicinano 'Doomain' (titolo geniale) a quanto fatto dai Crimson Cult l'anno scorso e a 'The Devil You Know' degli Heaven & Hell.
Commenti