END OF GREEN: The Painstream
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12/08/2013Ricordiamo ancora la nosta ingenuità giovanile quando incontrammo per la prima volta gli End Of Green e pensavamo, dal nome, che fossero una band stoner (sì, dai, verde erba...), di quelle "fumate" e allucinate. La band tedesca invece sin da allora ci sembrava un riuscitissimo spin-off dei Type 0 Negative. Poi la loro musica si è ammorbidita, diventando meno violenta, ma altrettanto opprimente. Pochi altri in ambito extra metal sono riusciti a farsi portavoce della disperazione più pure come loro. E se non vi basta la plumbea copertina, i titoli di 'The Painstream' (se il buongiorno si vede dal mattino...) vi daranno la cifra del vortice di negatività attorno a cui i Nostri riescono a farci girare per una cinquantina di minuti. Rispetto al passato più recente non ci sono grossi cambiamenti, rimaniamo ancora una volta prostrati davanti a tristissime composizioni, che con energia ultranegativa spingono alla autocommiserazione e in men che non si dica il mondo perde ogni colore, ogni abbraccio che vorrebbe essere confortevole sembrerà una pugnalata alle spalle. Individualismo prima di tutto ("Standalone"), con ritmi che non sono mai eccessivamente lenti, almeno fino alla funerea "Death Of The Weakender", in cui la casa è lontanissima e il senso di solitudine è acuito in maniera esponenziale. Non ci sono spiragli, è inutile aspettare la fine dell'album, tanto la sua bellezza farà in modo che ci si possa ferire ulteriormente e a più riprese. Il target non è quello del doom classico o del metal, non a caso abbiamo citato la band di Peter Steele, come punto di partenza. Ma il rock è la chiave di volta, non dimentichiamo i Paradise Lost più morbidi se vogliamo inquadrare meglio la proposta. Abbiamo avvertito un freddo all'anima, durante l'ascolto, benché agosto sia ormai inoltrato. I meno avvezzi a certi ascolti inviteranno gli End Of Green a farsi una risata ogni tanto e ad uscire dal loro guscio di sofferenza, noi li accettiamo per quello che sono. Poi, se un giorno vorranno continuare ad evolversi, saremo i primi a volerne parlare.
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