ECCLESIA: Ecclesia Militans

Dopo ben quattro anni dal pregevole 'De Ecclesiæ Universalis', recensito proprio su queste pagine, la milizia dei chierici combattenti capitanata da Fratello Arnhwald impugna nuovamente le armi per imbarcarsi in questa nuova sacra crociata contro i nemici della fede. Non si percepiscono cambi di rotta rispetto al precedente lavoro e questo può far tirare un respiro di sollievo a chi aveva apprezzano il loro disco d'esordio. Forse potremmo dire che il sound è meno oscuro e più influenzato dalle sonorità classiche della NWOBHM. "If She Floats" ed "Ecllesia Militans" sono un chiaro esempio di quanto testè affermato; la prima delle due sembra perfino risentire delle influenze prog e power, grazie anche ad una prestazione canora di altissimo livello offerta da Frater Arnhwald. Ma la componente più doom è ben lungi dall'essere accantonata in un angolo e anzi, è più viva che mai e recita ancora un ruolo da protagonista all'interno del platter. Dopo un'intro gregoriano, come di rito, ecco prorompere "Antecclesia",brano forgiato su un riff in pieno stile Candlemass del periodo con Mats Levén alla voce. Seguono a ruota l'ottima "The Exorcism", brano cadenzato che si inerpica su di un riff portante concentrico che si ripete ossessivamente ed "Ereptor Verae Fidei", costruita su un energico mid tempo ancora una volta in pieno stile doom nordeuropeo. Trova spazio tra le dieci tracce del disco anche "Harvester of Sinful Souls", composizione decisamente sui generis che pur ricalcando i classici stilemi del doom: batteria cadenzata e granitici riff ultrasaturi di chitarra sospesi nel tempo, se ne discosta a tratti con una linea vocale melodica che lascia alquanto stranito e spiazzato l'ascoltatore. Originalità o dissonanza poco gradita, ai posteri l'ardua sentenza.Sicuramente non sarà questo curioso brano a porre in discussione un album che pur collocandosi in un contesto inflazionato di band, possiede comunque tratti di pregevole qualità ed originalità.